“Stop alle partenze illegali: 500 milioni di euro per corridoi umanitari”

«Continuiamo a fare il possibile per impedire stragi causate dai mercanti di morte». È la promessa di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e capo delegazione di Fratelli d’Italia al governo, all’indomani dell’intervento alla Camera del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sulla tragedia di Cutro.

L’immigrazione è un fenomeno che coinvolge direttamente Bruxelles. C’è speranza che i vari Paesi Ue trovino un accordo?

«Il presidente Meloni ha il merito di aver posto per prima e con determinazione il tema in Europa. Dopo la tragedia di Cutro ha scritto alla Commissione europea. Siamo convinti che per evitare che altre persone muoiano vanno fermate le partenze illegali. Lavoriamo per cercare una soluzione, anche attraverso il costante confronto con gli altri leader europei».

Lo spread è basso, gli indicatori economici sono positivi e l’Ue sembra disposta ad allungare il termine di spesa dei fondi del Pnrr fino al 2029 e a dare maggior flessibilità all’Italia. I rapporti con Bruxelles sono migliori del previsto?

«Sono migliori di quelli che avrebbero preferito i catastrofisti. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rappresentato un’inversione della narrazione sbagliata fatta durante la campagna elettorale. A livello internazionale, infatti, c’è una presenza, una credibilità e una capacità d’incidere che denota competenza e capacità di interfacciarsi in modo molto positivo anche con gli altri leader».

Vari giornali stranieri, come The Times, Le Figarò e The Economist hanno elogiato l’operato del governo Meloni. Erano, dunque, infondati i timori espressi da Enrico Letta in campagna elettorale del rischio di un isolamento internazionale per l’Italia?

«I fatti hanno smentito la narrazione della sinistra che vedrebbe l’Italia guidata da Meloni isolata in Europa. Fuori dai nostri confini vengono elogiate le azioni politiche e riconosciuto a questo Governo stabilita, grazie ad una linea pragmatica, ad una visione e a un’azione in politica estera basata su una diplomazia a 360 gradi del presidente del Consiglio».

Come giudica i primi atti del nuovo segretario del Pd: la richiesta di dimissioni di Piantedosi e la marcia antifascista a Firenze, insieme a Landini e Conte?

«Schlein ha l’occasione di dimostrare di essere espressione di una nuova sinistra. I primi atti mi sembrano rivolti al passato e non mi sembrano andare in questa direzione. Il governo Meloni fa ripartire l’economia nazionale, sostenendo famiglie e imprese, il neosegretario del Pd sposa manifestazioni, slogan e idee che pericolosamente si avvicinano a periodi bui del secolo scorso».

Come procede la battaglia italiana contro il Nutriscore?

«Il rinvio del Nutriscore è solo la prima battaglia vinta contro un sistema di etichettatura fuorviante e condizionante. Non garantisce la corretta informazione per l’acquisto dei prodotti. Noi, invece, vogliamo lavorare su etichette che consentano la giusta informazione. Non accetteremo mai modelli che vedono il cittadino come un “consumatore”, ovvero un soggetto passivo e sottoposto a mere logiche di mercato. Ritengo che anche chi ha proposto il Nutriscore abbia acquisito la consapevolezza di superare questo modello».

La siccità sta affliggendo l’agricoltura italiana. Quali misure intende mettere in campo il suo dicastero per fronteggiare questo problema?

«La siccità non è più un’emergenza ma un fenomeno ciclico che va affrontato in maniera strutturale e con interventi di medio e lungo periodo. La dispersione idrica, su base nazionale, è al 40%, elevatissima, mentre l’accumulo di acqua da precipitazioni è pari solo all’11%. È stata istituita una cabina di regia, lavoriamo per utilizzare al meglio i finanziamenti non spesi negli anni passati e pensiamo a colture meno idro-esigenti. Per pianificare gli interventi opereremo in sinergia con le Regioni. A pochi mesi dall’insediamento del Governo ho firmato i decreti di eccezionale avversità atmosferiche per tutti i territori colpiti dalla siccità nel 2022, consentendo l’erogazione delle risorse previste. Il 26 gennaio scorso è stato approvato il piano di gestione per il rischio per il 2023 che prevede, tra l’altro, l’entrata a regime del fondo mutualistico nazionale da 350 milioni. Infine, è urgente procedere ad una razionalizzazione della governance per mettere a terra gli interventi che hanno un livello di progettazione avanzato».


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