
(ANSA) – ANCONA, 29 OTT – “Professionisti della tecnica
predatoria dotati di abilità manuale e in possesso di una
strategia operativa consolidata dalla reiterazione delle
condotte”, “criminali seriali dotati di elevata professionalità
ed organizzazione sul piano strettamente operativo nel
compimento cioè delle reiterate azioni criminose. Non si ritiene
però pienamente formata la prova della sussistenza del reato
associativo, sotto vari profili”. E’ uno dei passaggi delle
motivazioni della sentenza del gup di Ancona Paola Moscaroli,
che il 30 luglio scorso, in abbreviato, ha condannato a pene da
12 ai 10 anni la cosiddetta ‘banda dello spray’, sei giovani
della Bassa Modenese che la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018
agirono nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo,
spruzzando sostanza urticante per creare confusione e
approfittarne per rubare collanine e monili. Nella calca
morirono 6 persone. I ragazzi sono stati ritenuti colpevoli di
omicidio preterintenzionale, lesioni personali anche gravi,
singoli episodi di furti e rapine ma non del reato associativo.
(ANSA).
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