L’attentatore dell’attacco al Reina di Istanbul è stato identificato. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, dopo che ieri, per molte ore, si era diffusa la notizia, poi smentita, che a provocare la morte di 39 persone e il ferimento di altre 70 la notte di Capodanno fosse stato un kirghiso di 28 anni. Ma Iahke Mashrapov, interrogato dalla polizia, è risultato estraneo alla strage. “L’identità della persona responsabile dell’attacco di Istanbul è stata determinata” ha detto il ministro in un’intervista tv, senza aggiungere altro.
Secondo il quotidiano turco Yeni Safak l’uomo userebbe il nome in codice ‘Abu Muslim Horasani’.
“La Turchia è messa alla prova”, ma “non saremo sconfitti” e sapremo reagire “come una nazione sola”, ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha parlato per la prima volta ad Ankara, dopo l’attentato di Capodanno. Erdogan ha sottolineato che “la rabbia del Paese è profonda” e ha assicurato che la Turchia “è in grado di contrastare gli attacchi”. “Non cederemo al terrorismo”, ha aggiunto, “l’obiettivo degli attentati è distruggere la nostra serenità, metterci gli uni contro gli altri, approfondire le fratture, ma la Turchia non cederà a questo gioco e reagirà come una nazione sola. E non ci arrenderemo ai terroristi: coloro che hanno cuori coraggiosi rimarranno saldi, scappare è quello che fanno i codardi”. Per il presidente, l’attacco “mira a polarizzare la società, è molto chiaro. Resteremo in piedi e manterremo il nostro sangue freddo” ha aggiunto, sottolineando che collegare l’attacco della notte di Capodanno nella discoteca Reina di Istanbul, in Turchia, alle differenze nello stile di vita è un deliberato tentativo di dividere la nazione.
La ricostruzione. Lo straniero, originario di un paese dell’Asia centrale, il Kirghizistan o l’Uzbekistan, sarebbe arrivato in Turchia dalla Siria: non èchiaro quando, ma l’uomo era nella provincia anatolica il 22 novembre scorso e poi si è spostato a Istanbul. A Konya era arrivato con la moglie e i due figli e ha affittato una casa. Secondo il quotidiano Hurriyet, la polizia ritiene che a Konya risieda Yusuf Hoca, il capo della cellula dell’Isis in Turchia, che avrebbe ideato l’attentato nel club Reina.
La notte dell’attentato, ‘Abu Muslim Horasani’ avrebbe cambiato otto taxi prima di arrivare al club Reina con due zaini, uno più grande in cui nascondeva l’arma automatica usata per l’attacco, e uno più piccolo.
Avrebbe lasciato uno degli zaini nell’ultimo dei taxi presi per arrivare al Reina e al suo interno, secondo Yeni Safak, la polizia avrebbe trovato il suo telefono cellulare. Dopo aver ucciso 39 persone all’esterno e all’interno del club, l’attentatore si sarebbe diretto nelle cucine, avrebbe cambiato il suo soprabito e si sarebbe mimetizzato tra la folla in fuga.
Prosegue la caccia all’uomo, ancora in fuga, mentre il Parlamento ieri ha approvato l’estensione di tre mesi dello stato d’emergenza, dichiarato dopo il fallito golpe del 15 luglio.
Nuovi arresti. Nell’ambito delle indagini, ieri erano finiti in manette anche i familiari e la moglie del presunto attentatore. La donna aveva dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che il marito fosse legato all’Isis.
Oggi almeno cinque presunti militanti dell’Isis che avrebbero un legame con l’attentato alla discoteca di Istanbul sono stati arrestati in un’operazione della polizia turca a Smirne. Secondo l’agenzia privata Dogan, l’operazione ha preso di mira tre famiglie arrivate in città 20 giorni fa da Konya, la città nell’Anatolia dove si ritiene che il terrorista avesse la base prima di realizzare l’attentato. Si ritiene che queste persone vivessero insieme all’attentatore e che siano fuggite dalle loro case dopo l’attacco. Secondo la Dogan sono 27 le persone, compresi donne e bambini, che sarebbero state fermate. Un’unità antiterrorismo ha fatto la retata in quattro abitazioni a Smirne e, secondo i servizi di sicurezza, l’operazione continua. Nell’ambito dell’inchiesta, altre 16 persone sono state arrestate tra Istanbul e Konya tra il primo e il 3 gennaio.
Tra gli arresstati di ieri anche due stranieri bloccati al terminal per le partenze internazionali dell’aeroporto Ataturk di Istanbul.
Le indagini. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo dello Stato islamico. In un editoriale, il giornale spiega anche che secondo le autorità locali, l’attentatore avrebbe combattuto per l’Isis in Siria e proprio da questo paese sarebbe arrivato in Turchia.
La polizia turca ha diffuso le foto del sospettato all’uscita dal Reina dopo la sparatoria, durata sette minuti, in cui l’uomo ha sparato tra i 120 e i 180 proiettili: soltanto 28 di questi non hanno raggiunto il bersaglio. L’uomo ha usato granate stordenti per distrarre e confondere le persone all’interno della discoteca e colpire meglio le vittime, ha spiegato Hurriyet parlando della dinamica dell’attentato.
Obama chiama Erdogan. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha telefonato al presidente turco Tayyip Erdogan per fargli le condoglianze per i morti e i feriti dell’attacco di Capodanno nella discoteca Reina di Istanbul. Lo ha confermato la Casa Bianca con un comunicato. Obama ha anche accolto con favore gli sforzi della Turchia nel favorire un cessate il fuoco a livello nazionale in Siria ed un ritorno ai negoziati tra il governo siriano e l’opposizione. La Repubblica