SÌ A GRILLI e cavallette nel piatto, no alla bistecca che fa male alla salute mentre nuovi rumors attribuiscono al caffè il prossimo posto sul banco degli imputati. Giorni convulsi per decidere quello che dobbiamo mettere a tavola tra le rivelazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e i pronunciamenti della plenaria del Parlamento europeo.
Strasburgo, infatti, ha approvato in prima lettura l’accordo con il Consiglio sul cosiddetto «novel food». Nulla di operativo, ancora. Ma se il Consiglio dovesse approvare le modifiche si passerebbe alla fase due con l’arrivo nei supermercati (e nelle case) di insetti, alghe, nanomateriali, cibi costruiti in laboratorio e nuovi coloranti. Incluse pietanze derivate da animali clonati. I nuovi prodotti commestibili dovrebbero essere sottoposti a valutazioni di sicurezza «europee» non più demandate ai singoli stati.
NELL’ATTESA un nuovo allarme si diffonde nel mondo. Dopo la carne potrebbe toccare al caffé ma anche al mate e a tutte le bevande che si servono molto calde, di finire sulla lista nera. L’agenda dell’agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità ha in calendario le valutazioni su fattori come, per esempio, il tipo di tostatura. In realtà per il caffé si tratta di una riedizione: già nel 1991 erano state considerate le potenzialità dannose ed era stato inserito nel gruppo 2B «possibly carcinogenic».
Anche solo l’ipotesi di un bollino rosso sull’amatissima tazzina di espresso ha suscitato nuove polemiche mentre quelle sulla carne e gli insaccati sono ben lungi dall’essere spente. Nella diatriba interviene direttamente il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. «Io – ha detto ieri – non ho nessun problema a mangiare una bistecca che tra l’altro mangio molto frequentemente. E non ho problemi a farlo anche in pubblico».
«Non c’è niente di cui dobbiamo avere timore – ha aggiunto Lorenzin – abbiamo nella nostra cultura una corretta e sana alimentazione che bilancia tutti i nutrienti e la nostra carne è estremamente controllata in tutta la fase di lavorazione, dalla produzione a quello che mangia l’animale fino al momento della macellazione». «Possiamo dire la stessa cosa – ha continuato il ministro della Salute – dei nostri prosciutti». Infine, per Lorenzin, i dati dettagliati dell’Oms sulla carne lavorata e quella rossa non arriveranno prima di metà del 2016. Troppo presto per ogni conclusione.
DIBATTITO prematuro e altrettanto premature le stime sui consumi. Le associazioni di allevatori e produttori non registrano, al momento, cali nelle vendite di carne e insaccati e altrettanto riferiscono i negozianti. «C’è chi già parla di calo dei consumi – sottolinea Maurizio Arosio, presidente di Federcarni-Confcommercio, la federazione nazionale dei macellai – ma non scordiamoci che siamo anche nell’ultima settimana del mese, quando la gente contrae le spese per mancanza di soldi».
La Stampa