
(ANSA) – BARI, 10 APR – “Gli devo giustizia e fino a che avrò
forza continuerò a battermi per lui. Non ho perso un nipote, ma
un figlio. Giuseppe per me era amore puro”. Lo dichiara all’ANSA
Angela Lenoci, zia di Giuseppe, il 16enne morto il 14 febbraio
2022 in un incidente stradale avvenuto vicino Ancona mentre era
impegnato nel percorso di alternanza scuola-lavoro. “Aveva solo
16 anni, la passione per il calcio e la voglia di completare gli
studi: frequentava il centro formazione Artigianelli di Fermo,
ramo termoidraulica”, continua la zia.
Giuseppe, figlio di una coppia originaria di Canosa di
Puglia, Sabino e Francesca, abitava con la famiglia a Monte
Urano. Stava rientrando a scuola quando il furgone della ditta
in cui svolgeva il tirocinio ha sbandato ed è uscito fuori
strada: per Giuseppe non c’è stato scampo, è morto sul colpo.
“Vogliamo capire perché era lontano più di cento chilometri da
casa: chi ha deciso che dovesse salire su quel mezzo? – si
chiede Angela – Perché sul furgone non c’erano i tutor aziendale
e scolastico, così come previsto dalle procedure del
tirocinio?”.
Per l’incidente è indagato per omicidio stradale il 38enne
che guidava il furgone. “Noi però vogliamo sapere chi sono tutti
i responsabili di quanto accaduto”, prosegue la zia che per il
prossimo 21 aprile, giorno in cui Giuseppe avrebbe compiuto 18
anni, invita tutti a fare un gesto per ricordarlo. “Ognuno di
noi, alle otto della sera, liberi nel cielo un palloncino bianco
su cui dovrà essere scritto ‘per Giuseppe sarà fatta giustizia’
– conclude Angela – fatelo per cortesia. Giuseppe poteva essere
vostro nipote, vostro figlio”. (ANSA).
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