Studente protesta facendo Dad fuori dalla scuola a Bologna

(ANSA) – BOLOGNA, 12 GEN – “Sono qui da sabato, è il mio
terzo giorno di protesta. Al presidente Bonaccini o a chi prende
decisioni direi che l’umore degli studenti non è dei migliori,
ci sentiamo presi in giro” quello che “vogliamo è un rientro a
scuola sicuro, al 50% in presenza, il prima possibile. Non
importa quando se tra una settimana o un mese. L’importante è
che sia garantito: quando ci dicono una data, sia quella e
rimanga quella. Non voglio che le scuole riaprano e poi chiudano
dopo una settimana”. Giulio Pugnaghi, 14 anni, tablet e libro
sulle ginocchia, racconta la sua protesta per chiedere la
riapertura delle scuole superiori, slittata al 25 gennaio in
Emilia-Romagna.
    Iscritto alla quarta ginnasio, dopo avere seguito le lezioni
nel padiglione allestito in Fiera, al rinvio del ritorno in aula
ha scelto di rispondere seguendo i corsi in Dad seduto accanto
all’ingresso del Liceo Minghetti di Bologna. A lui, oggi, si è
unito un compagno di classe, per vedere come proseguiva la
mattinata è passata anche la madre che ha raccontato la
mobilitazione del figlio via social, poi ripresa dai quotidiani
locali.
    “Quando ci hanno promesso il ritorno a scuola il 7 gennaio al
50% in presenza eravamo molto contenti – racconta lo studente –
il 6 gennaio avevamo gli orari. Poi ci hanno informato che
avevano deciso di farci tornare l’11, ci siamo sentiti presi in
giro, ma potevamo aspettare qualche giorno. Quando ci hanno
detto che dovevamo tornare il 25 mi sono sentito malissimo: noi
siamo persone, non ‘oggetti’ che vengono messi nelle aule e
accumulano conoscenze ed espandono il coronavirus”.
    Mentre per domani sono annunciate mobilitazioni del comitato
Priorità la scuola e si fanno sentire anche i genitori, come
quello che ha affisso un cartello in via Saragozza con scritto ‘qui abita uno studente che vorrebbe tornare a scuola’, Giulio
afferma di restare davanti al Minghetti “finché è giusto
rimanere. Se qualcuno si vuole aggiungere è bene accetto, non
costringo nessuno”. (ANSA).
   


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