A seguito del comunicato “Polo del Lusso: votare si al quesito su Rovereta per combattere la vecchia politica” firmato da RETE, Liberamente San Marino e Luca Lazzari, nel quale Studio Grandoni viene citato come parte attiva della campagna referendaria accostandoci al gruppo Borletti e Dea, prendiamo atto dell’ennesima strumentalizzazione da parte di chi ha basato la propria campagna pre-elettorale (perché di questo si tratta) sull’illazione e sul sospetto, cercando ogni pretesto per acuire divisioni ed ottenere consensi come da peggiori abitudini della vecchia politica che dicono di voler combattere.
Al fine di fare chiarezza è necessario fare alcune precisazione e ripercorrere gli ultimi avvenimenti.
I tecnici del gruppo Borletti ad inizio 2016 hanno indetto una gara di preselezione sul progetto preliminare invitando alcuni dei general contractor più importanti d’Italia. Mancando una figura analoga a San Marino e non essendo le nostre imprese sufficientemente strutturate per gestire singolarmente un appalto di tale portata, le nostre aziende sono state contattate solo in seconda battuta come eventuali subappaltatori di tali operatori.
Al fine di superare questa situazione, Studio Grandoni è stato invitato dalle imprese stesse a svolgere una funzione di supporto tecnico e coordinamento per poter riuscire a partecipare all’appalto con una offerta globale.
Questa iniziativa, di cui andiamo particolarmente orgogliosi, ha spinto tutte le aziende del comparto a fare sistema e a collaborare per poter vincere l’appalto. Si è così costituito un consorzio, che ha coinvolto oltre venti imprese (ma tutt’ora aperto alle aziende interessate) fra edili, movimenti terra, idraulici e elettricisti, per una forza lavoro complessiva di circa 300 unità, al quale Studio Grandoni sta prestando servizio.
Data l’importanza, a nostro avviso, della iniziativa abbiamo ritenuto opportuno presentarla e presentarci, nelle scorse settimane, a tutte le forze politiche e sociali, fatta eccezione per il movimento Rete e Luca Lazzari vista la evidente scarsa fiducia reciproca.
Ovviamente Studio Grandoni è contrario al referendum così come lo sono tutte le aziende del comparto edile che offriranno il loro supporto al comitato per il NO, ma nonostante questo, risulta del tutto improprio l’accostamento fra Borletti e Dea che della operazione Polo del Lusso sono i promotori e Studio Grandoni che invece ne è la controparte.
Studio Grandoni opera sul territorio e all’estero dal 1981 con grande professionalità ed è onorato di collaborare con le imprese sammarinesi che, anche per orgoglio, vogliono vincere sul campo la gara indetta dal gruppo Borletti.
Pertanto pur comprendendo le esigenze polemiche di una certa politica, che trova la sua ragione di essere nella contrapposizione e nello scontro, si invitano i promotori del referendum ad essere rispettosi di chi svolge il proprio lavoro e di evitare illazioni completamente fuori luogo.
Studio Grandoni srl
Per giusta informazione ecco, eccezionalmente su Giornalesm.com, il comunicato di Rete
Si apre oggi la campagna referendaria ma c’è una grossa novità. Questa volta non saranno solo i comitati promotori e contrari, le forze politiche e sociali a partecipare come previsto dalla legge. Perché anche Borletti, Dea e lo studio Grandoni vogliono prendervi parte e hanno persino ricevuto la benedizione del governo. Proprio un paio di giorni fa, durante la seduta del Consiglio Grande e Generale, proprio le società Borletti e Dea insieme alla commercialista Stefania Lazzari (presidente della TheMarket PropCo. e presidente di Assofin, associazione delle fiduciarie e finanziarie sammarinesi) hanno richiesto di incontrare alcuni Consiglieri, pare per spiegare le iniziative informative sul Polo del lusso che hanno intenzione di intraprendere durante le prossime due settimane.
Quindi, ricapitolando, prima questi imprenditori vogliono e ottengono una convenzione su misura, con deroghe alle leggi vigenti; poi il governo convoca una seduta straordinaria del Consiglio nel mese di agosto (pagata con i soldi pubblici) per approvarla. Il Consiglio Grande e Generale, che ha potere legislativo, non si riunisce quindi per emanare leggi per la popolazione ma per approvare una convenzione con dei privati. Infine gli stessi privati decidono che vogliono incontrare le forze politiche (non tutte!) a Palazzo Pubblico durante il Consiglio e nessuno fa una piega. Si dirà, capita spesso che vi siano incontri a Palazzo. Vero, ma di solito sono richiesti da associazioni, sindacati ecc cioè gruppi che rappresentano categorie economiche o sociali, non da singoli imprenditori che rappresentano nient’altro che se stessi.
Questa manipolazione delle istituzioni è inaccettabile, ma lo è ancora di più il fatto che il governo non faccia nulla per evitarla e che, al contrario, la caldeggi. Su una cosa la Segretaria Mularoni ha ragione, quando dice che “Avviene tutto nella massima trasparenza”. Infatti fino ad oggi imprenditori e costruttori partecipavano alle campagne politiche (specialmente, dice la magistratura, quelle elettorali) a fianco dei partiti ma si guardavano bene dal farlo pubblicamente. Ora non c’è neanche più questo falso pudore, si vuole far credere che quello che avviene sia normale, così i cittadini possono abituarsi invece di indignarsi.
Il progetto del polo del lusso è veramente l’emblema del vecchio sistema: vuole abbindolare i sammarinesi con promesse di facili guadagni e proclami di posti di lavoro, tenta di persuaderli con plastici di progetti da sogno e rendering accattivanti, facendo loro sognare un futuro di shopping da favola. Ma la realtà è ben diversa, ci parla di capannoni vuoti, cattedrali nel deserto ed ecomostri. Ci parla di centri storici abbandonati e speculazioni milionarie. Ci parla di realtà imprenditoriali scappate una volta terminati gli incentivi, lasciando debiti allo Stato e lavoratori senza stipendio.
Come facciamo ad essere sicuri che il polo del lusso farà la stessa fine? Non lo sappiamo, ma quello che sappiamo è che gli strumenti, i metodi, i rapporti di forza, il connubio politica e affari e gli interessi che caratterizzano questo progetto sono gli stessi che hanno contraddistinto i mega progetti di un passato ancora recente, lasciando ferite aperte sul territorio e nella cittadinanza. E se le premesse sono uguali, sarà difficile che portino a risultati diversi.
Dovranno essere i sammarinesi a decidere se vogliono un nuovo modello di sviluppo o se continuare a appoggiare il vecchio sistema. Noi abbiamo già scelto: voteremo Sì al referendum sulla variante di Rovereta.
Movimento RETE
Liberamente San Marino
Luca Lazzari