Su: “Il meglio della politica si unisca”. Michelotti contro i movimenti: ”O fanno ragionare la gente o sono la devastazione”

Francesca MichelottiNon sarà una classica festa di partito ma “un modo per ritrovarsi fra amici e compagni e appianare questa inquietudine che affligge un po’ tutti i sammarinesi”.

Francesca Michelotti presenta così la Festa d’Estate che Sinistra unita organizza da domani a domenica al parco Ausa. In tutti e tre le serate, oltre all’immancabile stand gastronomico e alla musica, ci sarà un dibattito politico con esponenti di maggioranza e di opposizione. “Fil rouge dell’evento – spiega Vanessa D’Ambrosio – sarà la nostra carta dei diritti che quest’anno compie 40 anni e che per l’occasione abbiamo raccolto in un fascicoletto che distribuiremo ai cittadini”.

Venerdì sera si parte con un dibattito sui diritti civili mentre sabato sarà la volta di una riflessione sull’articolo 9 della carta, quello che stabilisce che il lavoro “è diritto e dovere di ogni cittadino” a cui parteciperanno anche i sindacalisti. “Alla luce della crisi e della contrattazione aziendale – ha evidenziato D’Ambrosio – è importante sottolineare l’importanza e l’inviolabilità dei diritti dei lavoratori”.

Il consigliere Tony Margiotta ha quindi sottolineato che con questo dibattito si cercherà di capire quali e quante opinioni la classe politica abbia “per trovare una soluzione alla crisi economica. Per noi di Su – ha continuato – è molto importante non mettere sul tavolo delle trattati- ve i diritti dei lavoratori. I diritti della persona restano basilari”.

Quindi domenica il confronto pubblico sarà sulla “(im)moralità della politica”. Il gioco di parole è voluto perché occorre “rovesciare le carte – spiega D’Ambrosio – . È l’immoralità della politica il problema. Ci confronteremo su cosa si possa fare per arrivare alla bella politica, quella che agisce con solidarietà e onestà”.

Ivan Foschi quindi ha ricordato che “occorre tornare a perseguire l’interesse pubblico che negli ultimi 10 anni non ha avuto la meglio, dal sac- cheggio del territorio, alle convenzioni milionarie senza benefici reali, dai favoritismi alla clientela”.In pieno scandalo del Conto Mazzini, con una decina di politici indagati per corruzione, il tema è quanto mai di attualità. Ma le inchieste – chiosa Foschi – “sono solo la punta dell’iceberg. Ora occorre “far tesoro dell’esperienze passate e creare un nuovo patto tra cittadini e politica”. Perché finora “il metodo non è cambiato” e ciò che sta succedendo con il tavolo sulla libera professione secondo Foschi lo dimostra. “La maggioranza – ha detto – cerca di regolamentare la legge del ‘91 nonostante la volontà popolare.

Se non si cambia registro Sinistra unita sarà fuori dal tavolo”. Ma non solo. Anche il fatto che tutte le proposte dell’opposizione vengano bocciate per principio e la nomina del nuovo direttore dell’Iss “senza alcun confronto” sono “residui di vecchia politica, di autoritarismo” che può anche ritorcersi contro allo stesso governo, come dimostra la vicenda dei commercianti del Centro storico.

“Con queste difficoltà economiche – ha spiegato Michelotti – i diritti sono in pericolo. Mentre su questo piano occorre mantenere i nervi saldi”. Il consigliere lancia quindi un monito ai movimenti civici. “Le scelte ora non devono essere fatte con derive populistiche ma occorre far emergere l’intelligenza collettiva. Altrimenti ci aspettano tempi bui. O fanno ragionare la gente o sono solo devastazione”. Michelotti sostiene infatti che “dal 2007 la politica ha cercato di ricostituire un sistema in grado di resistere alla cattiva politica che c’è e c’è sempre”. Quello che serve è un “cambiamento forte di mentalità” in un momento come questo in cui il governo è in affanno. “La crisi di liquidità dello Stato resta un problema serio – spiega – e la mia paura è che i governanti non sappiano che pesci pigliare”.

“Dopo due anni senza risultati – ha insistito Foschi – la maggioranza ha fuso il motore. È arrivato il momento di girare pagina”. Sul cosa fare dopo però è ancora un mistero. “Servono larghe idee non larghe intese – spiega l’ex segretario di Stato bocciando l’ipotesi di governo di responsabilità nazionale -. Andrebbe bene anche questo governo se si proponesse un progetto vero e condiviso”. Quindi più che un governo di responsabilità occorre un “accordo di responsabilità” portato avanti dal “meglio di questa classe politica”. La Tribuna