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“Il comandante in capo delle Forze armate” sudanesi, “il generale Abdel Fattah Al-Burhan, ha ricevuto telefonate dai leader di diversi Paesi che chiedevano di facilitare e garantire l’evacuazione dei loro cittadini e delle loro missioni diplomatiche dal Paese, ed ha acconsentito a fornire l’assistenza necessaria per garantirla”: lo riferisce su Twitter lo stesso esercito sudanese.
“Si prevede che il processo di evacuazione di tutte le missioni” diplomatiche “per le quali i rispettivi Paesi lo richiedano inizierà nelle prossime ore: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Cina evacueranno i loro diplomatici e cittadini con aerei da trasporto militare appartenenti alle loro forze armate da Khartoum. L’evacuazione dovrebbe iniziare immediatamente”, spiega d’altra parte un tweet l’Ufficio del portavoce ufficiale delle Forze
armate sudanesi.
“La missione saudita è stata evacuata via terra a Port Sudan e, da lì, per via aerea verso il Regno dell’Arabia Saudita”: riferisce il testo del portavoce delle forze armate sudanesi, aggiungendo che “la partenza della missione giordana avverrà più tardi con la stessa modalità”. Il riferimento, implicito, è a un percorso stradale di 835 km che richiede oltre 12 ore di viaggio fino allo scalo portuale sul Mar Rosso, che bagna anche l’Arabia Saudita
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani segue “con la massima attenzione” gli sviluppi della situazione in Sudan. “L’Ambasciata a Khartoum è
pienamente operativa ed è in costante contatto con tutti gli italiani”, ha scritto su Facebook, aggiungendo che “il governo è in collegamento con le organizzazioni internazionali e con i Paesi alleati sta facendo e farà di tutto per garantire l’incolumità e la sicurezza dei nostri cittadini. Lavoriamo affinché si raggiunga tra le parti in conflitto una tregua duratura e rispettata da tutti”.
Durante una iniziativa elettorale per le comunali, stamane a Siena, Tajani ha spiegato che “è una situazione molto complicata quella degli italiani che vivono a Khartoum”, sottolineando che “tutti i nostri connazionali a Khartoum sono in contatto con l’ambasciata, molti sono già nella sede dell’ambasciata che è in grado anche di fornire alimenti e acqua, e pure carburante, per poter stare in condizioni dignitose”.
“Mi auguro che vengano rispettate le grandi infrastrutture che sono utili al popolo del Sudan – ha proseguito -, quindi che le due parti che si stanno combattendo non facciano danni al popolo sudanese. Ripeto, stiamo lavorando perchè si possa arrivare a una tregua duratura”.
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