
Quello di Rampini è un bel libro.
Racconta il suicidio dell’Occidente, che si autoflagella, che di fronte a Putin che porta l’orrore a casa nostra dice che è colpa nostra.
Ammazza le persone per strada, le affama negli scantinati, stupra le ragazze, uccide i bambini nelle culle, ma è colpa nostra.
Sono questi figli di Putin che sono ovunque, le Gruber, i Santoro, i Veneziani, gli Orsini, i Freccero, i Mattei, i Floris, i Porro, i Senaldi, dominano le trasmissioni televisive, il racconto televisivo, alimentano all’inverosimile le “colpe” dell’Occidente, che giustificano, di fatto, le barbarie di Putin.
È il paradosso della storia, il pensiero di Putin è chiaro da 10 anni almeno: l’Occidente, l’Europa, le democrazie liberali, sono morti che camminano, sono società, idee, culture, molli, smidollate. Morte.
È quello che dice il suo pensatore, già suggeritore di Hitler, Il’in: le democrazie liberali sono “minorità morali”, “ciò che crea libertà, la democrazia liberale, è il male”. Da combattere. Con la “forza”, valore assoluto, oltre “la ragione”.
La sua missione storica è combattere “ciò che crea libertà”.
Putin si sente il redentore teorizzato da Il’in.
Non lo nasconde, lo celebra, si auto celebra, da 10 anni e oltre.
L’Occidente è il male.
La libertà è il male.
La democrazia è il male.
Per affermarlo nel mondo serve un Paese, il suo, schiacciato dalla tirannia, servono le armi, servono dei servi sciocchi in Europa, in Occidente, capaci di accompagnarci tutti al suicidio.
Idioti capaci di dimostrare al mondo che lui ha ragione.
Di dimostrare che siamo “minorati”, “colpevoli”, “rammolliti”, “il male”.
Appunto.