
Dopo una lunga giornata di trattative iniziata alle nove del mattino il decreto Aiuti bis, che stanzia circa 17 miliardi per fronteggiare la crisi energetica e sostenere famiglie e imprese, è stato rinviato alla prossima settimana. Se non si riuscisse a trovare un accordo prima di martedì 13 settembre alle 12, si dovrebbe procedere con la valutazione delle 400 modifiche presentate finora. La maggior parte delle forze politiche erano d’accordo a ritirare i propri emendamenti, nonostante le tensioni sul superbonus e sul tema del docente esperto.
Sul primo tema in particolare, spiega la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, si sarebbe potuto intervenire per sbloccare la cessione dei crediti già nei prossimi provvedimenti in programma, superando l’impasse che oggi ha bloccato i lavori. Il M5S e Alternativa C’è però si sono impuntati, facendo slittare l’esame del decreto, atteso in Aula inizialmente per le 14.30.
“Ci sono degli emendamenti che sono prioritari per evitare il fallimento di 50mila imprese e per aiutare i cittadini che hanno creduto allo Stato utilizzando lo strumento del superbonus: è una cosa che va risolta adesso, non lo potrà fare il prossimo governo”, dice al termine della riunione dei capigruppo la presidente dei deputati pentastellati, Mariolina Castellone, illustrando la posizione tenuta dal partito. La senatrice grillina assicura che il Movimento è impegnato a trovare un accordo per limare e ridurre ancora il numero di emendamenti “per arrivare al minimo che serve per risolvere i problemi”. Ma, chiarisce, “la soluzione di ritirare gli emendamenti e approvare il testo così com’è non è accettabile”.
Le altre forze politiche però accusano il partito di Giuseppe Conte di “fare campagna elettorale su un decreto che aiuta famiglie e imprese”. Queste le parole pronunciate davanti ai cronisti dalla capogruppo Dem, Malpezzi. “A causa di questo atteggiamento si rischia di bloccare gli aiuti”, commentano anche fonti di governo.
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