Sulla stretta vincono le Regioni: cosa cambia per locali e palestre

Il nuovo Dpcm inizia a prendere forma: dopo le prime indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, le Regioni hanno avuto la meglio sulla linea dura del governo. Infatti una parte dei giallorossi, “guidata” dai ministri Franceschini e Speranza, avrebbe voluto sposare la linea del pugno duro contro la movida per combattere la diffusione del Coronavirus. Ma un drastico giro di vite non ci sarà, almeno per il momento. Anche perché lo stesso premier Giuseppe Conte non solo avrebbe preferito aspettare e monitorare la curva epidemiologica prima di varare altre misure, ma ha voluto sottolineare che la situazione non è come quella della scorsa primavera: “Dobbiamo adottare scelte proporzionate e ponderate. La gente è stanca ed esasperata e c’è il rischio di disordini sociali“. Quindi le norme rigidissime paventate da qualche rappresentante dell’esecutivo sono momentaneamente congelate.

Magari torneranno sul tavolo delle ipotesi qualora i contagi dovessero continuare a salire significativamente nei prossimi giorni. Ma per il momento i governatori possono ritenersi soddisfatti dell’accordo raggiunto: al governo hanno chiesto interventi proporzionati, condivisi in tutto il Paese e misure più stringenti nelle zone più colpite quando servono. “Unica nota stonata il ministro Azzolina sulla scuola: per la didattica a distanza servono regole chiare e da subito. Basta tavoli inconcludenti“, fa notare il governatore della Liguri Giovanni Toti. Avanzate inoltre le richieste di coinvolgere i medici di famiglia nei tamponi rapidi e di svolgere i test salivari in farmacia: “Proposte di buonsenso che speriamo vengano accolte. Nel frattempo si attende la conferenza stampa dell’avvocato, che stasera alle ore 18 dovrebbe illustrare le nuove norme introdotte nel Dpcm.

L’accordo con le Regioni

Ma in cosa consisterà la stretta? Innanzitutto c’è da sottolineare che alla fine si tratterà di una “serratina” notturna rispetto al coprifuoco che avrebbe voluto l’ala intransigente del governo. Per quanto riguarda la chiusura di attività commerciali in genere, bar e ristoranti l’asticella si è fermata alla ore 24. Resta comunque l’intenzione di intervenire sulla movida e perciò potrebbero essere seguite le orme della Regione Lombardia: divieto di asporto di alcolici dopo le 18 anziché alle 21. Nel nuovo Dpcm potrebbe essere inserito un limite massimo di 6 posti per tavolo al ristorante, ma su questa possibilità sono ancora in corso tutte le discussioni e le valutazioni del caso.

Per il momento sono da considerarsi salvi cinema, palestre e piscine: è stato sottolineato che però si pretenderà un rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza. Altro tema cruciale quello dei trasporti: in tal senso si va verso l’obbligo di smart working per il 75% dei dipendenti, probabilmente da estendere anche alle aziende private. Sulle scuole l’accordo si baserebbe sullo scaglionamento degli ingressi degli studenti e sulla didattica a distanza a rotazione per gli studenti delle scuole superiori.



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