Summit straordinario a Riad, l’Arabia schiera gli alleati contro l’Iran

summitSi apre oggi a Riad il summit straordinario del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) sulla crisi con l’Iran. I sei Paesi che fanno parte dell’alleanza sunnita (Arabia saudita, Emirati arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Bahrein e Oman) dovranno stabilire una linea comune. Riad spinge per una presa di posizione forte, la rottura diplomatica di tutto il Gruppo con Teheran. Finora è stata seguita solo da Bahrein. Gli Emirati, Qatar e Kuwait hanno richiamato i loro ambasciatori e ridotto di livello delle relazioni. L’Oman, dove la corrente dell’Islam è quella ibadita, una “terza via” fra sunniti e sciiti, si è mantenuto neutrale, come sua tradizione.

 

Le crisi in Yemen e Siria

“I ministri degli esteri – è il comunicato ufficiale del segretario generale Abdullatif bin Rashid Al Zayani – s’incontreranno per discutere delle ripercussioni dell’assalto all’ambasciata”. Ma sul tavolo ci sono altre due questioni scottanti, lo Yemen e la Siria. Riad è delusa dell’andamento su entrambi i fronti. L’appoggio al presidente Hadi contro i ribelli sciiti Houthi non ha conseguito l’obbiettivo finale, la riconquista della capitale Sana’a dopo nove mesi di combattimenti e costosissimi raid. In Siria, l’uccisione da parte dei russi del comandante di Jaysh al Islam, Zarhan Alloush, ha tolto a Riad il principale punto di riferimento sul terreno, mentre l’intervento di Mosca ha rafforzato le posizioni dell’Iran.

 

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La coalizione anti-terrorismo

Riad ha anche creato a dicembre la sua Coalizione islamica contro il terrorismo, che punta a colpire sia gli estremisti sunniti come l’Isis che i gruppi sciiti vicini a Teheran, come l’Hezbollah libanese che combatte anche in Siria. Anche questa Coalizione, che ha come nucleo proprio il Gcc, non decolla. Pakistan e Indonesia, i più grandi Paesi musulmani e sunniti non hanno aderito e il tradizionale alleato americano si è dimostrato freddo. Solo la Turchia ha dato soddisfazione all’Arabia.