
Nella sua rubrica social “Appunti di Giorgia”, nata per parlare direttamente ai cittadini, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni torna sulle questioni più importanti che hanno interessato l’ultima settimana, dalla vittoria del centrodestra alle Regionali al Consiglio europeo.
Fra i punti toccati dal premier, anche il Superbonus, tema assai spinoso per tutte le problematiche a esso conesse. Già parlando del Pnrr, la leader di Fratelli d’Italia fa passare un messaggio chiaro: spendere, ma spendere bene. Solo così, infatti, si può creare una ripresa sana e stabile per il Paese.
Superbonus: una misura che ha generato problemi
Giorgia Meloni sapeva di dover chiarire una volta per tutte la “questione Superbonus”. La stretta del governo sul provvedimento, infatti, non ha mancato di generare polemiche da parte di alcuni.
Con serietà e precisione il premier spiega che l’intervento del governo è stato necessario per varie ragioni. La misura, così com’era, stava generando fin troppe problematiche. “Abbiamo dovuto tornarci sopra per cercare ancora una volta di sanare una situazione che è diventata purtroppo fuoricontrollo, con esiti che possono essere imprevedibili e molto pesanti“, afferma Giorga Meloni.
Il presidente del Consiglio precisa che nell’ordinamento italiano ci sono già misure che consentono di scaricare dalle tasse opere di ristrutturazione, efficientamento energetico e lavori in casa. Misure buone, utili, che generano lavoro e fanno girare l’economia.
“Anche il Superbonus, dal mio punto di vista, nasceva con intenti condivisibili“, dichiara la Meloni. “Il punto è che la misura è stata scritta così male, e fatta così male, che ha generato una serie enorme di problemi. Noi li abbiamo ereditati, e siamo tenuti a cercare di risolverli“.
I grandi errori del Superbonus
Due i principali errori del Superbonus. Il primo era la possibilità di poter scaricare il 110% della spesa, cosa che ha portato molti a non considerare quanto realmente stavano spendendo, sicuri che poi sarebbero stati comunque rimborsati. “Ciò ha prodotto una serie di risultati, fra cui i costi dei materiali, lievitati in maniera esorbitante. E la bolla, pian piano, si è gonfiata“, spiega Meloni. “Così noi dal 110% siamo passati al 90%, così chi deve spendere è più accorto nella spesa“.
Ma non finisce qui. “Il Superbonus prevedeva la possibilità che il credito avuto da chi fa i lavori nei confronti dello Stato potesse essere cedibile, ad esempio a una banca, o a un intermediatore finanziario“, aggiunge il presidente del Consiglio. “Si poteva cedere illimitatamente, e, all’inizio, senza alcun controllo. Un sistema del genere si presta alle truffe. Risultato? Attualmente il costo totale è di 105miliardi“.
Il Superbonus non è gratuito
La considerazione finale sulla misura è una stoccata rivolta a chi l’ha ideata. “Chi aveva pensato questa misura era andato in giro in campagna elettorale a dire che grazie a lui voi avevate gratuitamente potuto ristrutturare casa“, afferma Giorgia Meloni. “C’è un problema: quando lo Stato fa una cosa, non è mai gratuita. I soldi che spende sono i soldi dei contribuenti. Quando spende dei soldi, da una parte li mette, e dall’altra li toglie. Sapete quanto è costata questa misura per ogni singolo italiano? Circa 2mila euro“.
Duemila euro che sono pesati anche sulle spalle di tutti. Ma soprattuttiìo, il Superbonus, come tutti i provvedimenti, è pesato sulle casse dello Stato, perché dove c’è un creditore c’è necessariamente un debitore. La misura non è mai stata “gratuita“.
“Ovviamente ci saranno degli interventi per sistemare la misura, sia per le molte truffe (9miliardi di euro di truffe), sia per la difficoltà da parte di alcuni di cedere i crediti accumulati“, conclude il presidente del Consiglio. “C’è gente onesta, che a seguito la misura in modo corretto e ha fatto i lavori, e ora si trova in mano dei lavori fatti e dei soldi che non può prendere“.
Il rammarico per l’astensionismo
Nel suo intervento Giorgia Meloni non ha mancato di fare gli auguri ad Attilio Fontana e Francesco Rocca, rispettivamente governatori di Lombardia e Lazio. “Un’affermazione del centrodestra e un segnale che arriva dai cittadini sul consenso attorno al lavoro che il governo sta portando avanti, sulla volontà che ci sia un governo stabile. Ripagheremo quel consenso con le tanto attese riforme che l’Italia si attende e non sono state fatte negli ultimi anni“, commenta il premier. “Ovviamente non posso non considerare che ci sono tanti italiani che vanno convinti a partecipare alle elezioni, il tasso di astensione alle Regionali è stato alto“, aggiunge. “Normale che scendesse, ma ogni cittadino che decide di non partecipare al voto è una sconfitta per la politica“, conclude.
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