In gergo tecnico si chiama “canone convenzionale” in pratica è una sor- ta di risarcimento che l’Italia versa ogni anno a San Marino in virtù delle rinunce fatte dal Titano durante gli anni, a partire dall’accordo di Buon Vicinato firmato il 31 marzo del 1939.
Una cifra aumentata e rivalutata ne- gli anni in base alla aggiunte e agli aggiustamenti via via che si firmava- no nuovi accordi e che ora ammonta esattamente a 4 milioni 648mila 112,00 euro (in pratica i vecchi 9 miliardi di lire).
Sono diverse le rinunce che San Marino ha accettato in cambio di que- sto canone annuo. Le prime si trovano proprio nell’accordo di buon vicinato del ‘39 tra il Regno d’Italia e la Repubblica di San Marino, a partire dall’articolo 44 dove si legge che il Titano rinuncia “al diritto di libero transito, in esenzione da dazi doganali e diritti accessori, attra- verso il territorio italiano, di merci e di prodotti di ogni specie che siano impor- tati nel territorio della Repubblica da terzi
Stati”. Poi ci sono gli articoli 45 dove “La Repubblica di San Marino si obbliga ad impedire, nel suo territorio, la coltivazio- ne del tabacco, come pure la produzione di qualsiasi genere che sia o sia per essere soggetto a imposta di fabbrica- zione in Italia, ad eccezione dell’energia elettrica per il consumo locale” e il 47 ai commi 1, 2, 3 e 4 dove San Marino si impegna “a non effettuare alcuna nuova coniazione di monete di qualsiasi specie, salvo che si tratti di monete di oro, e in
questo caso si varrà dei servizi della R. Zecca; a non emettere né direttamente, né per mezzo di enti o di istituti nazionali o stranieri, biglietti di banca o di Stato o surrogati monetari di qualsiasi specie; a non adottare alcun provvedimento finanziario che possa, direttamente o indirettamente, in qualunque modo o misura, influire sul regime tributario o sulla circolazione monetaria del Regno d’Italia.
Le monete sammarinesi coniate in applicazione di precedenti con- venzioni intervenute fra i due Stati continueranno ad avere corso nel Regno, in conformità alle convenzioni stesse e nei limiti da esse stabiliti”. Tra le tante rinunce che si sono aggiunte con gli anni (e che hanno portato poi ad un incremento dell’importo iniziale) anche quella a realizzare una casa da gioco sul Monte. E così ogni anno l’Italia versa il canone, attraverso due rate semestrali, che viene messo regolarmente a bilancio dallo stato di San Marino
San Marino Oggi