Svezia, stop al sostegno consolare per Greta Thunberg: niente assistenza in mare durante la Flotilla per Gaza

La Svezia prende ufficialmente le distanze da Greta Thunberg e dalla sua partecipazione alla Flotilla diretta verso Gaza. Il governo svedese ha comunicato che non offrirà alcuna assistenza diplomatica o consolare in caso di fermo delle imbarcazioni, precisando di aver già in precedenza sconsigliato ai cittadini la partecipazione alla missione navale.

La posizione delle autorità segna una frattura netta rispetto al passato: l’attivista, divenuta simbolo globale delle lotte ambientaliste, non potrà contare sul supporto istituzionale del suo Paese. L’atteggiamento di chi era stata definita la voce emergente delle nuove generazioni sul clima viene dunque ridimensionato a questione privata, senza tutela ufficiale in territorio internazionale.

Thunberg ha scelto di imbarcarsi sulla Flotilla insieme a centinaia di attivisti provenienti da decine di Paesi, convinti di voler rompere con un gesto simbolico il blocco navale verso la Striscia di Gaza. Ma la decisione rischia di lasciarla isolata anche sul piano politico, laddove il governo svedese preferisce sottolineare di non voler legittimare una missione percepita come rischiosa e destinata a generare tensioni diplomatiche.

Dal ruolo di icona globale delle battaglie verdi alla condizione di passeggera senza rete di sicurezza: la parabola pubblica di Greta Thunberg si trova a un nuovo bivio, mentre la Flotilla prosegue la sua rotta verso un’area di mare che resta tra le più delicate al mondo.