Rapporti con Roma: Bignasca, «parleremo con Bossi affinché parli con Tremonti. Se non cambiano le cose, o con le buone o con le cattive, gli tagliamo i frontalieri»
Il voto di ieri per le elezioni cantonali in Ticino sancisce la vittoria della Lega dei Ticinesi.
Il movimento populista di opposizione, ha portato avanti una campagna elettorale dai toni molto duri e urlati sui problemi con l’Italia, in particolare battendosi per la revisione dell’accordo con Roma sulle tasse riscosse dai lavoratori italiani che lavorano in Svizzera. Da mesi, i leghisti ticinesi (e non solo loro) chiedono a Berna di rivedere l’accordo bilaterale con l’Italia sui “ristorni”, la quota di tasse riscosse dai lavoratori italiani che la Svizzera restituisce ogni anno a Roma. Una quota (intorno al 38 per cento) più alta, per esempio, di quella resa all’Austria (il 12,5). Un’istanza che aveva fatto breccia anche nei partiti più moderati.
La propaganda perlopiù è stata condotta sulla pelle dei circa 45 mila “frontalieri”, gli italiani con un impiego Oltralpe, accusati di rubare il lavoro agli svizzeri e raffigurati nei mesi passati come “ratti” anche nei manifesti propagandistici creati dall’Udc, altro partito svizzero poco avvezzo agli stranieri.
La forza politica guidata da Giuliano Bignasca (il “Bossi di Lugano”), a sorpresa, ha conquistato la maggioranza relativa nell’esecutivo locale; ha ottenuto il 29,8% alle elezioni cantonali, un aumento di otto punti.
Quindi il dato assodato è che i proclami anti-italiani hanno pagato. Un più 8 per cento che questo “Carroccio”, nato nel 1991 sull’esempio padano, ha conquistato a spese di partiti storici come il Plr (i liberalradicali), che cala di tre punti, dei socialisti (meno cinque per cento), dei moderati del Ppd (meno 1,9 per cento). Con la Lega, crescono però anche i Verdi, che toccano il 6 per cento.
E’ immaginabile che la Lega, adesso, potrebbe provare anche ad arginare il fenomeno dei frontalieri.
(11 aprile 2011)