Svolta sulla giustizia: ergastolo ostativo e rinvio della riforma Cartabia

Il Consiglio dei ministri odierno dovrebbe dare il via libera ad alcune misure per quanto riguarda il divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia. Tra le altre cose dovrebbe essere stabilito che l’entrata in vigore della riforma Cartabia slitterà al 30 dicembre. Sono queste le principali novità che il governo introdurrà sul fronte della giustizia.

Nella bozza è stata indicata una serie di condizioni per accedere ai benefici penitenziari per chi – ad esempio – abbia commesso delitti connessi all’associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso e tratta illegale di stranieri. Non potranno comunque essere ammessi alla liberazione condizionale se non hanno scontato almeno due terzi della pena temporanea o almeno 30 anni di pena, in caso di condanna all’ergastolo. L’obiettivo è quello di escludere l’attualita di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva e con il contesto nel quale il reato è stato commesso.

I detenuti in questione, che dunque non collaborano con la giustizia, per accedere ai benefici penitenziari dovranno dimostrare di aver “adempiuto alle obbligazioni civili e agli obblighi di riparazione pecuniaria conseguenti alla condanna“. Dovranno inoltre dare prova dell’assoluta impossibilita di tale adempimento allegando “elementi specifici“.

Il magistrato, che sarà chiamato a decidere se accogliere o meno la richiesta, dovrà tenere conto delle circostanze personali e ambientali, “delle ragioni eventualmente dedotte a sostegno della mancata collaborazione, della revisione critica della condotta criminosa e di ogni altra informazione disponibile“. Non solo: il giudice dovrà accertare la sussistenza di iniziative dell’interessato a favore delle vittime, “sia nelle forme risarcitorie che in quelle della giustizia riparativa“.


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