Positivo alla cocaina ed a un’altra sostanza. E stando alle primissime indiscrezioni, con valori elevati. E’ questo il verdetto degli esami tossicologi effettuati sul 44enne fanese che era piombato, con la sua Opel Corsa, su un’auto ferma in A14, a pochi metri dal casello di Rimini sud, uccidendo una giovane madre pachistana di 28 anni, Samira Koussar e il suo bimbo di dieci mesi, Umar e ferendo in modo grave il marito e l’altro figlio della donna la mattina di Natale.
Gli esiti dei test sono stati consegnati ieri in Procura, ma a rivelarli è stato, con una sua nota, Giordano Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale: «Dall’esame del sangue fatto all’ospedale di Rimini il conducente di Pesaro è risultato positivo alla cocaina.
Questo incidente certifica ancora una volta come sulla strada il rischio di conducenti che guidano sotto l’effetto di stupefacenti sia elevatissimo, mentre il numero dei controlli e soprattutto la loro efficacia sono assolutamente inadeguati», ha scritto Biserni. Una tragedia quella dell’A14 che aveva funestato la giornata di Natale con metà di una famiglia di pachistani, residenti a Civitanova Marche, spazzati via per sempre da un’Opel Corsa.
La Fiat Punto sulla quale viaggiavano i quattro asiatici era ferma sulla corsia di emergenza, a pochi metri dal casello di Rimini sud, in direzione Bologna, quando era stata centrata in pieno dall’Opel Corsa condotta dal fanese. Uno schianto violentissimo e una delle bombole gpl dell’auto si era staccata uccidendo la giovane mamma ed il suo figlioletto più piccolo, finendo poi fuori dall’abitacolo. In fin di vita erano stati per giorni anche il marito Khalid Jovinda e il primogenito Abdhullah di due anni. Era finito in ospedale con trenta giorni di prognosi anche l’investitore fanese di 44 anni.
Arrivato all’Infermi, in un primo momento si era rifiutato di sottoporsi agli esami del sangue, poi, consigliato da familiari e legale, aveva acconsentito. «Non ricordo nulla, ho un vuoto nella testa», si era limitato a dire, trincerandosi dietro il silenzio più totale. L’uomo, molto conosciuto a Fano per aver gestito un locale, era stato immediatamente iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo plurimo. Come prevede il codice stradale, gli era stata subito ritirata la patente e messa sotto sequestro l’autovettura. Era così emerso che già nel 2013 all’uomo era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. E adesso i nuovi esami del sangue parlano di positività alla cocaina. (…) Il Resto del Carlino.