Settecentoundici pagine di ordinanza cautelare per l’inchiesta sulle tangenti del Mose. Queste le accuse mosse dai pubblici ministeri Ancillotto, Buccini e Tonini e dal gip Scaramuzza ai principali indagati: protagonista un vortice di milioni di euro del fondo nero costruito – secondo la Procura – con i contributi delle imprese del Consorzio Venezia Nuova allora presieduto da Giovanni Mazzacurati, la Mantovani allora presieduta da Piergiorgio Baita, su tutte, per mettere al sicuro i lavori del Mose da verifiche e contestazioni di qualsiasi natura o finanziare ora il Pdl ora il Pd.
Il deputato Giancarlo Galan “nella sua qualità di presidente della Regione Veneto, per compiere atti contrari ai suoi doveri” è accusato di aver ricevuto “per tramite di Renato Chisso, che a sua volta li riceveva direttamente dallo stesso Mazzacurati”, “uno stipendio annuale di circa 1 milione di euro, 900 mila euro tra il 2007 e il 2008 per il rilascio nell’adunanza della commissione di salvaguardia del 20 gennaio 2004 del parere favorevole e vincolante sul progetto definitivo del sistema Mose, 900 mila euro tra 2006 e 2007 per il rilascio (…) del parere favorevole della commissione Via della regione Veneto sui progetti delle scogliere alle bocche di porto di Malamocco e Chioggia”.
L’assessore regionale ai Lavori pubblici Renato Chisso è accusato di aver percepito “uno stipendio annuale oscillante tra i 200 e i 250 mila euro, dalla fine degli anni Novanta sino ai primi mesi del 2013”. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è accusato di finanziamento illecito poiché “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, quale candidato sindaco del Pd alle elezioni comunali di Venezia del 2010, riceveva i contributi illeciti”, “consapevole del loro illegittimo stanziamento da parte del Consorzio Venezia Nuova”: 110 mila euro al Comitato elettorale del candidato sindaco e 450 mila ricevuti in contanti “di cui 50 mila procurati dal Baita quale amministratore delegato della Mantovani che il Sutto e Mazzacurati consegnavano eprsonalmente in contanti a Giorgio Orsoni, in assenza di deliberazione dell’organo sociale competente e della regolare iscrizione in bilancio”. Giampietro Marchese è accusato “quale candidato dal Consiglio regionale del veneto per il Pd alle elezioni 2010 riceveva i contributi illeciti” per 58 mila euro.
http://nuovavenezia.gelocal.it/
Ecco quali erano le richieste del pm così come esposte nella prima parte dell’’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 35 persone nell’ambito dell’inchiesta sul Mose.