Tangentopoli sammarinese, Ap: “panorama inquietante”. Tito Masi: ”Mandiamoli a casa e subito!”

 

Alleanza PopolareLe indiscrezioni giornalistiche apparse negli ultimi giorni su varie testate e sui mezzi di comunicazione destano sconcerto ed indignazione.
Qualora queste notizie, che paiono tratte da atti giudiziari, si rivelassero fondate e veritiere, ci troveremmo senza dubbio davanti ad un panorama inquietante, che, con poca approssimazione, si potrebbe definire la “tangentopoli sammarinese”.
Ripercorrendo gli anni a ritroso, Alleanza Popolare non può che ricordare l’aspra opposizione condotta, in solitaria o quasi, contro un certo modo distorto di fare politica, le denunce più volte sollevate, sia per le vie giudiziarie sia davanti all’opinione pubblica, a partire dagli anni “90 e finanche nei confronti di alcune scelte del cosiddetto governo straordinario degli anni 2002-2006, tirato in ballo dalle rivelazioni giornalistiche degli ultimi giorni.
Ora sarà necessario e doveroso chiedersi come alcuni fatti inquietanti possano essersi generati, perché nonostante le svariate denunce formulate dal nostro movimento sia servito così tanto tempo per giungere agli atti di questi giorni, quali siano le responsabilità personali e quelle sistemiche.
Alleanza popolare esprime quindi, accanto ad una sempre crescente preoccupazione per il quadro che sta emergendo, l’auspicio che ormai i tempi siano brevi per giungere ad un’analisi complessiva di un periodo politico del quale alcune scelte -che parrebbero dettate da interessi personali e particolari piuttosto che nazionali- si ripercuotono ancora oggi pesantemente sulle sorti non solo economiche del nostro Paese.
Un Paese, e le persone che ne rappresentano le istituzioni, che vogliano porsi con credibilità e coraggio di fronte ai cittadini e al contesto internazionale non possono relegare tutte queste vicende al solo malcostume o a una superficiale generalizzazione. Risulta quanto mai doveroso applicare precisi distinguo, fra chi, nel tempo e nelle diverse condizioni sociali ed economiche, ha sempre operato nella legalità e nel rigore, e chi, approfittando della delega popolare, avrebbe intessuto pericolose trame che hanno di fatto compromesso equilibri istituzionali, sistemi di controllo, fino a pregiudicare ed a mettere a rischio la tenuta economica, sociale e democratica del paese stesso.
Alleanza Popolare sottolinea anche come le questioni in oggetto riguardino un passato non troppo lontano, ma nettamente distinto da quando, con il suo impegno nell’azione di governo, AP ha contribuito prioritariamente a mettere la parola fine al vecchio sistema, tentando, pur tra mille difficoltà, di disegnare un futuro possibile, basato sulla legalità e sul rispetto delle regole internazionali. Percorso –quello imboccato da San Marino- confermato anche dalle parole lusinghiere del Presidente della Repubblica Italiana oggi nella sua visita ufficiale in Repubblica.
Alleanza Popolare auspica quindi, accanto alla puntuale risposta dell’autorità giudiziaria, una presa di posizione precisa da parte delle istituzioni rappresentative, al fine di accertare, insieme alla verità ed alle responsabilità processuali, anche quella politica. Consci che il rilancio del nostro sistema-paese non possa prescindere da una precisa analisi delle cause, non solo politiche, della crisi stessa.

Alleanza Popolare

tito_masi_11Corruzione. Finalmente, grazie all’opera di alcuni magistrati e al lavoro di alcuni giornalisti, nel silenzio incomprensibile di molti altri e nell’evidente imbarazzo di diversi partiti politici, sta venendo alla luce quanto la corruzione sia diffusa e  profondamente radicata nel nostro Paese, quanto una considerevole parte della classe politica abbia anteposto i propri personali ed illeciti interessi a quelli della comunità che doveva amministrare, quanto fossero fondate le denunce presentate invano nel tempo e fin dalla sua costituzione da Alleanza Popolare.
Si inizia ora a parlare di “tangentopoli a San Marino”. Proprio con questo titolo, e non è un caso, nel febbraio del 2.000  ho pubblicato un articolo, sul periodico del Movimento, con il quale denunciavo una lunga serie di episodi e comportamenti sospetti nei campi delle concessioni edilizie, dell’acquisto e della vendita di immobili da parte dello Stato, della concessione di commissionarie e di società anonime, di banche e società finanziarie, delle convenzioni miliardarie, dell’elargizione ingiustificata di denaro pubblico, della rinuncia ai controlli che lo Stato doveva effettuare su evidenti operazioni fasulle e truffaldine che danneggiavano enormemente la Repubblica.
Purtroppo, non solo alcuni si sono arricchiti a scapito dell’intera collettività, ma tutto ciò ha profondamente danneggiato il Paese, e compromesso la sua reputazione ed il suo futuro, come hanno dimostrato le vicende degli ultimi anni e le gravi difficoltà insorte nei rapporti con l’Italia. Gli anni novanta, egemonizzati dai governi Democrazia Cristiana-Partito Socialista, che hanno avuto un seguito ed un rilancio nel Governo straordinario, sono stati micidiali.
Il connubio fra gli affari e la politica, le scelte spregiudicate e corrispondenti solo agli interessi di parte, di bottega e personali, la pratica delle tangenti non hanno solo creato enormi danni al Paese e alla sua economia, quella vera e sana, ma hanno anche determinato profonde lesioni alla nostra democrazia. Quanto emerso dai rapporti di polizia giudiziaria resi pubblici e da alcune inquietanti testimonianze confermano che il voto di scambio, l’acquisto e l’organizzazione del consenso, soprattutto attraverso il voto estero ma anche all’interno, sono stati possibili – e non poteva essere diversamente – proprio grazie all’enorme quantità di denaro di cui hanno beneficiato in violazione di legge non solo uomini politici corrotti ma anche i rispettivi partiti, che hanno potuto così mantenere posizioni di potere e di governo, alterando con il denaro il libero confronto democratico. A nulla è valso sollevare ripetutamente la questione morale, presentare ordini del giorno in Consiglio Grande e Generale o esposti-denuncia in Tribunale. Che delusione constatare negli anni passati come alcuni magistrati, dopo essersi avvicinati con le loro indagini agli uomini ed ai partiti di governo, si siano fermati disponendo l’archiviazione dei procedimenti penali e dimostrando così l’incapacità di fare chiarezza e giustizia.
Ora occorre cambiare. Da un lato è necessario che l’autorità giudiziaria, con il pieno e convinto sostegno dei cittadini e delle istituzioni (che finora non si è manifestato in maniera adeguata), vada fino in fondo; dall’altro, preso atto che alcune delle persone coinvolte siedono ancora in Consiglio Grande e Generale o hanno ancora un peso nei partiti di appartenenza, è altrettanto necessario che venga chiesto loro di farsi da parte. Devono andare a casa, e per sempre! Se la politica vuole recuperare credibilità e dedicarsi – e possibilmente con maggiore incisività – ai problemi veri del Paese, non c’è altra strada; se i partiti coinvolti in queste squallide vicende  vogliono cercare di avere ancora un ruolo devono tirare fuori gli scheletri dagli armadi, fare pulizia e mandare a casa i disonesti. E non si gridi al giustizialismo di fronte a queste mie richieste. Se le sentenze di condanna spettano al Tribunale, i problemi di opportunità politica devono essere valutati dai partiti e dalle istituzioni, e, in momenti come questi, la prevalenza non può che essere data alla necessità di chiarezza e trasparenza, all’esigenza morale e politica di voltare immediatamente pagina.
Tito Masi

San Marino 15 giugno 2014