Il Paese è alla deriva. Non si vede alcun approdo all’orizzonte. In miglia e miglia di sconfinato territorio mondiale non si scorge una mano tesa. Siamo soli.
Se un appunto è possibile fare a chi ha guidato il Paese negli ultimi 20 anni, da quando in Italia non esiste più la Democrazia Cristiano o il Partito Comunista, è quello di non aver creato alleanze forti dentro e fuori dall’Italia. Oggi siamo soli.
E, in questo frangente di enorme difficoltà della nostra Repubblica, la cittadinanza si divide fra coloro che perdono tempo e spendono energie per accusare tutto e tutti (processo sommario e decapitazione immediata) e coloro che vivono, ormai rassegnati, constatando che al peggio non c’è mai fine.
L’atteggiamento dei primi è senza dubbio sbagliato, nella nave che affonda non si può cercare il colpevole della falla, ma tutti insieme, secchi alla mano, devono svuotare lo scafo.
Si conoscono perfettamente anche le ragioni di questo naufragio.
Qualche nostro concittadino ha certamente abusato di falle presenti nel sistema Italiano. Diversi forensi (non tutti), a cui abbiamo concesso ospitalità e possibilità di operare, ne hanno ampiamente approfittato in modo indegno. Sicuramente il sistema Italiano inoltre dovrebbe guardare in casa sua, se andiamo ad analizzare le colpe più macroscopiche sono proprio le sue.
La Repubblica di San Marino ha dato ampia disponibilità e dimostrazione di voler raggiungere un accordo con la Repubblica Italiana affinché i rapporti si normalizzino e si torni al rispetto di quegli accordi di “Amicizia e buon vicinato”, che in questi ultimi tempi, sono disattesi in modo vergognoso.
Ma è pure vero che qualsiasi accordo è sempre il risultato di un dialogo, di un confronto, di una contrattazione, di una serie di compromessi che le parti in causa, sedute allo stesso tavolo, cercano di raggiungere, nell’ambito del comune buon senso, con il minor danno possibile.
Gli accordi, a maggior ragione a livello internazionale, non si possono fare solo con proclami televisivi. Non potranno mai essere sottoscritti solo a seguito della campagna mediatica volta a denigrare un Paese, il nostro, che può aver approfittato di poco meno del 2% (due per cento) dell’evasione fiscale italiana.
La Repubblica di San Marino, con simili numeri e volumi, può forse causare il disastro della Repubblica Italiana? Purtroppo certa informazione riesce a far passare per vero anche questo messaggio.
Ogni accordo, per raggiungere l’obiettivo, ha il dovere di concludersi dopo una serie di incontri che dovrebbero essere improntati al rispetto e, soprattutto, alla massima collaborazione.
Lo Stato Italiano, e il Ministro delle Finanze per esso, non ha tenuto un simile comportamento anzi, si è limitato a fare qualche uscita televisiva o Parlamentare lasciando il compito più dirompente ai mezzi di informazione producendo un vero e proprio terrorismo anche nei confronti dei suoi connazionali.
Nessun incontro è mai avvenuto, e gli accordi devono essere sottoscritti da entrambe le parti. Ma se una parte è latitante come sarà possibile accordarsi? Come sarà possibile raggiungere un punto di incontro?
È palese da tempo che il Ministro delle Finanze della Repubblica Italiana non ha nessun interesse a trovare un punto di incontro con la Repubblica di San Marino, probabilmente gli interessa solo attendere la disfatta per farne un Comune Italiano oppure avere la possibilità di una sparata mediatica ogni tanto. Forse vuole mettere alla prova le sue capacità di comunicazione mediante spot (anche lui esperto di comunicazione?).
E allora per quale ragione il nostro Governo, il nostro Consiglio Grande e Generale, continua ad emanare Leggi e Decreti per limitare e rimuovere ogni possibilità di operare mettendo in seria crisi (burocratica) anche le poche imprese che sono rimaste sul territorio? Vogliamo che se ne vadano anche quelle?
Se non c’è imprenditore non c’è lavoro per il dipendente, per il Consulente Amministrativo o Legale che sia, tanto meno ci sarà ancora gettito nelle casse dello Stato. In simili condizioni quanto può durare la Pubblica Amministrazione?
Dal momento che la controparte Italiana non intende intavolare alcun confronto, tanto vale dichiarare la Repubblica di San Marino un vero “Paradiso Fiscale”, sappiamo a cosa andiamo incontro e agiremo di conseguenza.
E.C.S.O.