Un paradiso dietro l’angolo, a meno di 150 chilometri dalle colline di Arezzo. Senza cherubini, un paradiso fiscale e senza arrivare in Svizzera, alle isole Cayman o alle Seychelles. I «furbetti del 730» hanno messo da parte le destinazioni esotiche, preferendo far viaggiare i propri guadagni verso mete più a portata di mano.
La «scorciatoia» porta dritti verso Sa nMarino, una tratta sempre più attraente per gli imprenditori aretini che vogliono occultare i loro introiti. La maxi-inchiesta della Procura di Forlì ha portato alla luce una realtà forse finora ignota: tra i 58.841 soggetti csospettati di aver trasferito soldi nelle banche di San Marino tra il 2009 e il 2014 ci sarebbero anche 954 imprenditori toscani. E ben 259 di questi sarebbero di Arezzo, con la provincia aretina a contendere il poco invidiabile primato nella speciale classifica toscana.
Il reato attualmente ipotizzato dalla Procura è di evasione fiscale. I nomi sono top secret, si sa solo che gli investigatori hanno ricostruito la lista incrociando i dati di cui sono entrati in possesso dopo la caduta del «segreto bancario» con quelli ottenuti dalla Finanza. Il business dei guadagni occultati al Fisco e trasferiti a San Marino varrebbe una cifra stimata in oltre 33 miliardi di euro, una fetta dei quali aretina.
La «black list» non conterrebbe il nome di alcun politico. E anche i furbetti presi con le dita nella marmellata possono ancora salvarsi: fino al 30 settembre hanno la possibilità di regolazzare la propria posizione.
La Nazione