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  • Tavola Rotonda su abitare collaborativo: risultato positivo … di Orietta Orlandoni Ceccoli

    Il primo bersaglio è stato centrato il 21 novembre 2024: la determinazione che ha spinto l’Associazione culturale Prosperus e la Cooperativa Decimo Castello ad iniziare il dialogo collettivo con la comunità sammarinese sui nuovi stili di vita e in particolare sull’abitare collaborativo ha dato i primi risultati. I cittadini hanno partecipato numerosi, i relatori hanno dato alcune indicazioni per la elaborazione di un progetto esecutivo, il pubblico, composto da esponenti sindacali, politici, associazioni, uomini e donne hanno ascoltato con vivo interesse per capire quali prospettive possono attendersi nel breve, medio e lungo periodo rispetto ai loro bisogni di anziani, di adulti e di giovani di questa comunità.

    Il Segretario Matteo Ciacci ha dichiarato l’attenzione di questa maggioranza sull’abitare collaborativo all’interno della politica urbanistica, la stessa conferma è giunta dal dr. Pierluigi Arcangeli che ha ribadito lo stesso interesse in seno agli organi decisionali dell’ISS.

    Il contributo dei relatori è stato molto significativo e il lavoro di sintesi dei loro contributi non è stato facile. 

    L’architetto Luigi Mario Filocca, ha messo in evidenza che il cohousing in Italia e in Europa è divenuto la forma di convivenza sociale alternativa, non solo alle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), con vantaggi economico e sociali sia per gli anziani che per i giovani. Ha presentato modelli di abitare collaborativo, realizzati a Seregno, in provincia di Milano, la Maison d’Elite, quale forma di convivenza pensata come villaggio, con residenze autonome, servizi in comune all’interno di spazi ameni e ricchi di verde, dove vivere insieme risulta confortevole e gratificante.

    L’architetto Luca Zanotti si è soffermato sul concetto di nuove residenzialità, vedendo nella coabitazione sociale le persone, che pur vivendo nelle loro singole abitazioni, decidono di condividere spazi, tempi, servizi e valori, creando a loro volta l’ambiente sicuro per i soggetti più fragili, i bambini e gli anziani. Egli ha definito il cohousing “uno strumento di rigenerazione urbana”. Ricordando l’impegno della Repubblica assunto con la sottoscrizione della Dichiarazione di San Marino, a implementare la progettazione sostenibile, inclusiva e resiliente della città, delle infrastrutture e delle abitazioni, ha prospettato alcune soluzioni e percorsi possibili sul nostro territorio di rigenerazione urbana di spazi degradati e dismessi.

    Il professore Roberto Varini presentando la complessità del reale e l’esigenza umana di ritrovare gli equilibri e la sostenibilità, prospetta sia nella ricerca di Design di Comunità (luogo, natura, persone, tempo, valori) che nel metodo della progettazione, i pilastri per dare ordine e generare risultati. Ricorda che il Design di Comunità è una unità di ricerca dell’Università di San Marino a partire da 2015. Ribadisce gli impegni di San Marino, nell’Agenda 2030, in qualità di Stato aderente all’ONU. Infine presenta alcuni i modelli abitativi di cohousing in Europa e nei paesi extra europei nei quali il benessere è associato alla bellezza dell’ambiente e del costruito.

    La dott.ssa Cinzia Cesarini ha fornito in sintesi il quadro della questione anziani a San Marino: il numero delle persone anziane aumenta, causa l’invecchiamento della popolazione, il numero delle strutture residenziali (RSA e case protette) invece resta costante, quantifica il totale in 128 posti letto di cui 116 a Fiorina e 12 posti letto convenzionati). Ne consegue un aumento delle persone in lista di attesa, pari a 82 nel 2024. Propone di pensare a nuove forme abitative che ritardino l’istituzionalizzazione della persona anziana nelle strutture residenziali. Presenta la soluzione degli alloggi assistiti per anziani autosufficienti, e presenta modelli già operanti sul territorio italiano, gestiti da enti locali, associazioni, cooperative e fondazioni. 

    In parallelo la dott.ssa Simona Casagrande espone le articolate funzioni dell’attuale servizio domiciliare, supporta le sue analisi con dati statistici (nel 2.023 su 1.236 anziani, 806 erano parzialmente autosufficienti e 433 non autosufficienti), effettua previsioni nel breve periodo sui numeri della futura utenza e sulla tipologia dei bisogni ed effettua possibili risposte di co-programmazione e di co-progettazione, indicando i possibili modelli: silver house, reti generazionali, reti di vicinato, gruppi appartamento, centri diurni, centri sociali.

    Il dottore Carlo Renzini, presentando le diverse piramidi delle età della popolazione (1950, 2000, 2030) ha fornito la visualizzazione dell’invecchiamento demografico dalla forma triangolare a quella romboidale. Come medico geriatra ha accennato alla fragilità e alle sindromi geriatriche e come gerontologo ha proiettato i luoghi e le cause ove le popolazioni vivono più a lungo. Si è soffermato sul problema della solitudine dell’anziano. Ha ricordato il valore della Carta di Firenze contro l’ageismo ed ha ribadito che “non c’è posto per l’ageismo nella assistenza sanitaria”. Preziose sono le indicazioni per vivere più lungo: stili di vita, riserva cognitiva ed affettiva. Ha sottolineato il contributo che esprime il master in Geriatria e Gerontologia della nostra università, i convegni promossi dall’associazione ASGG ed ha auspicato maggiore attenzione anche sul territorio di questa importante proposta formativa.

    Il dott. Roberto Ercolani ha approfondito gli aspetti relazionali del cohousing che ha articolato in interazioni significative, sostegno reciproco e senso di appartenenza. Lo ha definito lo strumento capace di vincere la solitudine moderna, perché si basa sulla condivisione di spazi comuni, su attività collettive (momenti conviviali, gruppi di lettura, laboratori creativi, progetti ecologici, ed altro) e sul mutuo sostegno, sia verso le persone anziane, sia a favore delle giovani coppie. Con tale visione controcorrente le persone riescono a trovare la comunità, intesa come risorsa fondamentale per la felicità. Ercolani definisce il cohousing non una semplice soluzione abitativa, ma una filosofia di vita. Egli vede in queste comunità di persone un modello per un futuro più umano e solidale.

    Infine l’infaticabile e geniale Alfonsina Guidi, promotrice sociale della proposta, ha ribadito l’importanza delle relazioni, della comunicazione e della formazione per risolvere i conflitti, mentre si crea un gruppo che in seguito potrà andare a vivere  insieme. Ha lanciato l’invito a tutte le persone interessate all’esperienza del silver cohousing e cohousing intergenerazionale ad unirsi al gruppo già esistente per giungere ad un risultato concreto al motto: UNITI SI VINCE! (contattarla all’indirizzo: piudiunacasa@)gmail.com). 

    Orietta Ceccoli ha ricordato il valore della cooperazione e del confronto ed ha lanciato agli interlocutori politici la richiesta di una legislazione specifica seguendo le linee presentate dal Consiglio Nazionale del Notariato sugli accordi di convivenza solidale.

    Un ringraziamento doveroso verso tutti i presenti e coloro che hanno preso la parola: Luigi Belisardi, federazione pensionati USL, Laura Rossi, Partito del Democratici e dei Socialisti, Carlo Pantaleo, operatore sociale e Luigi Di Paolo, Associazione Parkinson, per le sue proposte progettuali.

    Orietta Orlandoni Ceccoli