Come nulla “fusse” la politica sammarinese, anzi i politici sammarinesi non sono affatto cambiati, non avendo capito che invece è cambiato San Marino, il modo di interpretare la stessa politica da parte dei suoi cittadini ma soprattutto l’economia del paese.
Per loro è tutto come prima, anzi più di prima, come se l’ultimo ventennio non fosse esistito con tutte le conseguenze che ci ha portato.
Ecco allora che sono da tempo ricominciati i balletti per il dopo “ Patto” , in caso di una sua caduta. Sono iniziate le cene nelle trattorie subito fuori territorio dove tagliatelle con i piselli e i gnocchi ai quattro formaggi inondati di tartufo ti lasciano con il fiato sospeso, e durante le quali si studiano i mezzi per rinforzare numericamente il governo, o con il PSD o con il PDRS , poco importa se uno o l’altro, che si dichiarano invece “inseparabili,” come i famosi pappagallini.
Cenette al mare fra un grillo alla catalana e una grigliata di pesce il cui profumo si propaga per mezza riviera, dove fra i commensali vi è chi è favorevole ad un ingresso di SU per far quadrare i conti e chi invece sponsorizza l’entrata del nascituro Centro e mandare all’opposizione AP. Insomma un baillamme che non fa ben sperare per il futuro.
Un intreccio che solo con non auspicabili elezioni, potrebbe essere risolto sempreché i sammarinesi sappiano rispondere con il voto alla fatidica domanda di Alberto Sordi memoria, “MA TE’ C’HANNO MAI MANNATO A QUER PAESE?”
Paolo Forcellini direttore de lo Stradone