Tel Aviv. Bimbi armati, decapitazioni, schiave La vita a Raqqa, capitale dell’Isis

isisNEL VIDEO diffuso dall’Isis, i ‘cuccioli della Jihad’ – i più piccoli potrebbero avere 8 anni – sono schierati in posa militare nel cortile dell’Istituto Faruk di Raqqa (la ‘capitale’ dello Stato islamico) mentre il loro istruttore con voce pacata li informa che «fra qualche anno, o anche prima» potrebbero trovarsi a combattere in prima linea. «Siete pronti?», chiede. «Pronti», confermano. «Questa – conclude l’istruttore – sarà la generazione che conquisterà la moschea al Aqsa (a Gerusalemme), che conquisterà Roma, che erigerà lo Stato islamico per combattere nel mondo l’eresia e l’apostasia».

CENTINAIA di bambini e ragazzi sono stati addestrati quest’anno, in cinque campi militari dislocati attorno a Raqqa, all’uso delle armi da fuoco, alla confezione di autobombe e anche alla decapitazione di persone. Per impratichirli, sono state utilizzate pecore. Adesso la pressione cresce ulteriormente. A Raqqa tutti i ragazzi che hanno compiuto 14 anni devono registrarsi nelle moschee e lasciare il proprio indirizzo. La cosa lascia pensare a una loro prossima coscrizione obbligatoria: l’Isis non va per il sottile, anche perché teme che sia imminente una offensiva di forze di terra arabe e curde, sostenute dall’aviazione Usa. Chi non si registra rischia ripercussioni «penali»: potrebbero essere scudisciate pubbliche, o anche peggio. I bombardamenti aerei, riferiscono fonti locali, rendono i miliziani dell’Isis più irascibili e ‘paranoici’ che in passato. Ci sono state defezioni in massa e adesso vengono reclutati anche criminali comuni. La vita in città è una continua roulette russa. La vita è appesa a un filo. Basta imbattersi in una delle forze di sicurezza dell’Isis (come la temuta al­Hisba, la polizia religiosa) per comprendere il livello di terrore imposto alla popolazione. I suoi membri, che ostentano uniformi marroni, hanno ordine di confiscare liquori e tabacco, e anche di controllare che i barbieri rispettino rigorosamente le regole dell’Islam quando acconciano la barba dei clienti. Di recente hanno decapitato per strada un anziano perché «possedeva talismani». Altre persone sono state uccise con metodi più atroci ancora: o con l’esplosivo, o travolte da un’automobile, o schiacciate dai cingoli di un carro armato.
Con 200mila abitanti, situata in una zona geografica relativamente gradevole (sulla sponda dell’Eufrate) Raqqa era stata una località laica e tranquilla: con un’unica preoccupazione, quella di liberarsi del regime dispotico di Bashar Assad. Da due anni è però passata nella brace quando l’Isis ha deciso di farne «la New York del Califfato». La sua posizione è strategica: si trova infatti relativamente vicina all’Iraq e alla Turchia, il Paese da cui di norma affluiscono gli stranieri determinati ad arruolarsi nell’Isis.

AGLI ABITANTI di Raqqa è vietato riprendere quanto avviene per strada. Chi è sorpreso a farlo, rischia interrogatori pressanti. Intanto il sito di opposizione Raqqa­sl riferisce delle «malattie mentali» che affliggono ormai i combattenti dell’Isis, per le atrocità di cui si sono macchiati. Per compensarli vengono concesse loro soddisfazioni sessuali: ad esempio offrendo loro donne yazide, ormai ridotte a livello di merce. I combattenti ricevono abitazioni, automobili confortevoli, stipendi consistenti. Uno di questi ha detto di aver trascorso a Raqqa una ‘luna di miele’ molto gradevole, grazie a un bonus dell’Isis di 1.500 dollari. A quegli sposi la capitale dello Stato islamico ha arriso, offrendo loro buoni ristoranti, gelati e passeggiate distensive sulle sponde dell’Eufrate.