Si chiude la battaglia legale: «C’era una finestra di due mesi. Tristemente per Charlie ora è troppo tardi. Il trattamento non offre più chance di successo».
Alla fine i genitori del piccolo Charlie Gard si sono arresi all’evidenza. E hanno deciso di rinunciare alla battaglia legale per portare il loro figlio in America. Ora i medici dell’ospedale dove è ricoverato potranno staccare la spina al bimbo malato: che è quello che avevano chiesto di fare fin dall’inizio di questa tristissima storia.
Per Charlie è troppo tardi, il tempo è scaduto — ha spiegato ieri nell’aula del tribunale l’avvocato dei genitori —. La terapia non può più avere successo». Ma ha lanciato un’accusa precisa: «Charlie ha aspettato con pazienza una cura. A causa del ritardo, quella finestra di opportunità è andata perduta». Come a dire che se si fosse concessa prima una chance ai genitori, l’esito sarebbe potuto essere diverso. Mentre ora hanno dovuto prendere «la più dolorosa delle decisioni, che solo loro possono adottare».
Il giudice Francis, che già ad aprile in prima istanza aveva dato ragione all’ospedale, ha evitato di dover emettere una nuova sentenza in quello che ha definito «un tragico caso». Ma ha condannato l’uso che ne è stato fatto sui social media e a livello politico: «Molte cose sono state dette da quelli che non ne sanno quasi nulla ma si sentono autorizzati a esprimere opinioni».
Fuori dal tribunale l’epilogo della vicenda è stato accolto con rabbia da quanti si erano radunati lì, come altre volte, per dare sostegno ai genitori: «Non la farete franca, non ci fermeremo finché non avremo giustizia per Charlie». Parole che suonano sinistre, considerate le minacce di morte arrivate nei giorni scorsi contro i medici dell’ospedale. Il Corriere.it