Il braccio di ferro diplomatico in corso tra l’Unione Europea e la nuova amministrazione americana registra l’ingresso a gamba tesa della Russia. Mentre Bruxelles cerca di definire una linea di indipendenza strategica rispetto a Washington, da Mosca arrivano consigli non richiesti che suonano come provocazioni: l’invito rivolto ai vertici comunitari è quello di sottomettersi alla visione di Donald Trump per evitare il declino.
A farsi portavoce della posizione russa è stato Kirill Dmitriev, consigliere presidenziale per la cooperazione economica e figura chiave nei negoziati del Cremlino. Attraverso la piattaforma social X, Dmitriev ha attaccato duramente la gestione dei rapporti transatlantici avvenuta sotto l’amministrazione Biden, accusando quest’ultima di aver spinto l’Europa verso una strada sbagliata fatta di immigrazione di massa, criminalità e crisi economica. Secondo l’esponente russo, l’improvvisa insofferenza dei burocrati europei verso le interferenze americane sarebbe fuori luogo: la sua esortazione è quella di ascoltare quello che ha definito ironicamente “il paparino Trump” come unica via per salvare il continente europeo.
La replica indiretta ma ferma dell’Europa è giunta da Parigi, dove il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha parlato presso l’istituto Jacques Delors. L’ex premier portoghese ha tracciato una linea rossa invalicabile, affermando che non possono essere tollerate interferenze da parte degli Stati Uniti e ricordando che un vero alleato deve rispettare la politica interna del partner. Costa ha espresso preoccupazione per la convergenza tra la strategia di sicurezza russa e quella americana, puntando il dito contro il rischio che la libertà di espressione venga sacrificata per difendere gli interessi di quelli che ha definito tecno-oligarchi statunitensi. Il riferimento è apparso chiaramente indirizzato a figure come Elon Musk, protagonista di recenti attacchi verbali contro l’Ue.
Il clima resta teso anche sul fronte della comunicazione. La Commissione Europea ha scelto la via del sarcasmo per rispondere alle invettive di Musk, che era arrivato a paragonare l’Unione al Quarto Reich, limitandosi a osservare tramite una portavoce che la libertà di espressione tutela anche le dichiarazioni folli. Tuttavia, la consapevolezza a Bruxelles è che non si tratti solo di schermaglie verbali, ma di un posizionamento strategico vitale, specialmente riguardo al conflitto in Ucraina, dove Mosca spinge affinché l’Europa accetti il piano negoziale gradito a Trump.
Per rafforzare la propria autonomia, l’Unione Europea sta accelerando sui fatti. Il Consiglio Ue ha approvato il programma Edip, uno strumento finanziario da 1,5 miliardi di euro per il triennio 2025-2027 destinato a potenziare l’industria della difesa comune. Una parte di queste risorse, circa 300 milioni, sarà specificamente indirizzata al sostegno dell’Ucraina. Ursula von der Leyen ha ribadito che la difesa dell’Europa è una responsabilità diretta dei 27, sottolineando la necessità di finanziare appalti comuni e progetti industriali condivisi per non dipendere eccessivamente da partner esterni che, come dimostrano le ultime ore, appaiono sempre più imprevedibili.













