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In Ucraina, si è registrato uno degli attacchi russi più devastanti dall’inizio del conflitto. Con 120 missili e 90 droni, Mosca ha colpito infrastrutture energetiche e obiettivi strategici in diverse regioni del paese, causando almeno 10 morti e 19 feriti. L’offensiva ha avuto ripercussioni anche sulla sicurezza nucleare, con l’Aiea che ha espresso preoccupazioni crescenti.
Secondo il Cremlino, gli obiettivi erano legati all’operatività militare ucraina, inclusi impianti di produzione di armi e aeroporti. Kiev, da parte sua, accusa Mosca di terrorismo, riferendo che sono stati utilizzati droni Shahed e missili avanzati come Iskander e Kinzhal. Il ministro dell’Energia ucraino ha confermato blackout diffusi, con interruzioni di emergenza della rete energetica.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno autorizzato l’Ucraina all’uso dei missili a lungo raggio Atacms contro obiettivi russi, segnando un cambio di strategia nella risposta americana. Secondo il New York Times, i missili saranno inizialmente utilizzati per difendere le truppe ucraine nelle regioni vicine alla Russia, come Kursk.
Anche l’arena geopolitica si scalda. A Rio de Janeiro, durante il G20, il cancelliere tedesco Olaf Scholz incontrerà il presidente cinese Xi Jinping per discutere un possibile intervento diplomatico per evitare un’escalation. L’Ue ha intanto raccolto prove di una fabbrica cinese, legata a una compagnia russa, che produce droni militari.
Parallelamente, circa 2.000 oppositori del governo russo hanno manifestato a Berlino contro la guerra, guidati da Yulia Navalnaya, vedova di Alexei Navalny, chiedendo una “Russia senza Putin”.