Arrestato Ido Casalboni, imprenditore del settore immobiliare ed ex vicepresidente del Ravenna calcio tenta violenza alla figlia 12enne della compagna

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IL FILE audio è salvato sul telefono con questo nome: Aiutatemi’. Ed è con questa registrazione che una ragazzina ha incastrato un imprenditore 66enne ravennate, molto noto in città. Lui le chiede prestazioni sessuali e lei, nonostante la giovanissima età (ha meno di 14 anni), ha la forza di rifiutare categoricamente. «Non lo farò mai!». «Neanche per mille euro?». «Neanche». «Duemila?». «No, io non sono una poco di buono». Ido Casalboni, imprenditore del settore immobiliare (ora in gravi difficoltà economiche) ed ex vicepresidente del Ravenna calcio, è stato arrestato venerdì sera dalla polizia di Ravenna su ordinanza di custodia cautelare per tentati atti sessuali nei confronti di una minorenne. Secondo l’ordinanza emessa dal gip Rossella Materia, su richiesta del pm titolare dell’inchiesta Isabella Cavallari per pericolo di reiterazione del reato, determinante per il quadro probatorio è stata proprio l’intercettazione ambientale della piccola. L’uomo, difeso dall’avvocato Ermanno Cicognani, ha sempre negato ogni addebito: «Io non l’ho toccata nemmeno con un dito». A suo carico però per gli investigatori, ci sono prove nette e, a dispetto dell’incensuratezza, «appare un uomo dalla spiccata pericolosità sociale». Il 66enne inoltre, poche ore dopo la perquisizione domiciliare effettuata dagli agenti della Squadra Mobile cui la magistratura aveva delegato gli accertamenti, avrebbe anche incendiato un’auto di parenti della bambina perché secondo lui quella perquisizione era stata un’umiliazione deliberatamente infertagli da loro. Casalboni avrebbe inoltre minacciato i parenti della bambina: «Vi sparo alle rotule così dovrete muovervi in carrozzella». È STATA la mamma della piccola, controllando il telefonino in uso alla figlia, a notare il file Aiutatemi’ e a rivolgersi poi in questura. Un’amica della ragazzina ha anche raccontato che il 66enne in qualche occasione si era avvicinato alla piccola per dirle «cose porno», e che «diceva di fare a lui quelle cose brutte», mentre lei l’aveva sempre allontanato con forza. La bambina non ha mai acconsentito alle richieste – l’uomo le aveva anche promesso uno smartphone che lei tanto desiderava – e quando si avvicinava lei lo respingeva dandogli calci nelle gambe per tenerlo lontano. Del materiale è stato sequestrato dalla polizia durante la perquisizione dell’edificio dove abita l’uomo, il dirigente della Mobile ravennate che ha eseguito l’arresto, Nicola Gallo, pur nel comprensibile riserbo dovuto alle circostanze, non ha esitato a parlare di «un caso molto delicato» oltre che di «un fatto molto grave». Il Resto del Carlino