Terenzi, presidente dell’istituzione sammarinese, è ottimista: a Roma c’è la volontà di audire Tremonti per capire le ragioni dei ritardi. “L’incontro di oggi ha avuto un impatto positivo, ne usciamo ottimisti perché abbiamo riscontrato dei passi avanti. C’è stata una condivisione totale e generale dei parlamentari italiani che San Marino non può rimanere ai margini della realtà italiana”. Gian Franco Terenzi, presidente della commissione Esteri del Consiglio Grande e Generale di San Marino, si mostra soddisfatto dopo la sua audizione in commissione Esteri alla Camera dei deputati e dice: ora gli accordi economici tra i due Stati devono trovare la loro “logica conclusione”. Una posizione che trova piena sponda nell’omologa commissione italiana, che chiede al governo di dar corso agli accordi “in tempi rapidi”.
Il presidente della commissione di Montecitorio, il leghista Stefano Stefani, parla di “un momento importante di dialogo politico e di cooperazione interparlamentare” e sottolinea come sia “fondamentale” il partenariato tra l’Italia e San Marino. Soddisfazione, poi, per “i passi in avanti che sono stati fatti in questa direzione” con l’Accordo sottoscritto tra Italia e San Marino “che prevede lo sviluppo e l’integrazione dei rispettivi sistemi finanziari e tutela della stabilità, integrità, trasparenza degli stessi tramite la collaborazione nella vigilanza sul sistema bancario, finanziario e assicurativo e nell’attività investigativa contro il riciclaggio”.
Per Stefani “sarebbe auspicabile una rapida entrata in vigore di tale accordo. In quest’ottica sono sicuramente apprezzabili i provvedimenti adottati da San Marino nel corso degli ultimi mesi in materia di trasparenza fiscale e di cooperazione giudiziaria. Mi auguro che i tavoli tecnici bilaterali individuino al più presto le soluzioni utili a chiudere il pacchetto economico-finanziario”, forte anche della “completa consonanza di posizioni dei nostri due Paesi nei fori internazionali”.
Terenzi, a capo di una delegazione di tredici parlamentari sammarinesi, offre ai deputati italiani “i progressi di San Marino portati avanti con grande volontà: provvedimenti sulla trasparenza- sottolinea- e completa adesione ai principi Ue per trovare le condizioni affinché il mondo dell’economia e delle banche siano controllati per evitare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo”.
La palla, spiega Terenzi, passa al governo italiano che “ha ribadito la sua volontà” di concludere gli accordi “in più occasioni, ma non li ha ancora portati a termine”. Ora, aggiunge, si tratta di “sollecitare” l’esecutivo di Silvio Berlusconi “affinché i provvedimenti possano trovare la loro logica conclusione. Il nostro auspicio è che ciò avvenga presto”.
Terenzi si dice ottimista: “Il presidente Stefani mi ha detto che vuole riconvocare la commissione Esteri, forse in congiunta con la Finanze, per audire Tremonti e capire e interpretare le ragioni dei ritardi”. E, magari, accelerare la conclusione degli accordi: “Quello di oggi non è stato un dibattito a senso unico, i deputati italiani hanno condiviso la nostra posizione: San Marino non può restare ai margini della realtà italiana, ci sono spazi economici- conclude- in cui San Marino non può essere un ostacolo, ma un’opportunità”.
In una nota congiunta, infine, le due commissioni, “rilevando che molto sul piano tecnico è già stato affrontato e risolto, auspicano che i tavoli tecnici bilaterali, che hanno intensificato il proprio lavoro, individuino al più presto le soluzioni utili a varare la nuova convenzione per evitare le doppie imposizioni e chiudere il ‘pacchetto’ economico-finanziario. Al contempo, sollecitano che le questioni ancora aperte vengano risolte sul piano della volontà politica, invitando i rispettivi governi a concludere il confronto in tal senso in tempi rapidi tali da non pregiudicare gli interessi economici in gioco”.
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