Terrore per una coppia italiana. «Siamo vivi per miracolo»

COPPIA«ABBIAMO visto Cannes scomparire in una enorme nuvola d’acqua», «Mi sembrava di essere sul Titanic», «All’improvviso mi sono ritrovata tra i protagonisti di un film apocalittico sulla fine del mondo». Voci dall’inferno della Costa Azzurra, anime sotto choc che possono raccontare ciò che i loro occhi anche dopo molte ore vorrebbero respingere. Quando Paola e Paolo Bison sono arrivati a casa di amici sulla collina de la Californie, il tempo a Cannes era semplicemente brutto. Poi, durante la cena, si sono accorti che non era un temporale normale quello che si stava abbattendo sulla città che, dopo le 21, «è scomparsa in una nuvola d’acqua».
«Siamo usciti sul terrazzo e non si vedeva più niente», racconta la donna, milanese di 46 anni, impiegata in una società di software che da 15 si è stabilita a Cannes, dove ha raggiunto il marito Paolo, ingegnere navale. «A mezzanotte siamo tornati a casa, nel quartiere di République e già scendendo per boulevard Carnot abbiamo visto ambulanze e vigili del fuoco che bloccavano la strada tutta ricoperta di foglie e acqua». Ma è nella zona dove risiedono che i coniugi Bison hanno visto il disastro della sciagura che ha colpito la Costa Azzurra. «Dopo un paio di deviazioni, abbiamo capito che non saremmo riusciti ad arrivare a casa in auto: la situazione continuava a peggiorare. Abbiamo parcheggiato e proseguito a piedi, pioveva poco ma le strade erano bloccate: in Boulevard de la République si era creato un fiume, un’onda che ha travolto tutto, ribaltando le macchine e allagando le case. L’acqua aveva riempito le condutture che sono esplose e si è sollevato l’asfalto».

È UN RACCONTO che si sovrappone a quello di Marina, studentessa 19enne, che si trovava per strada con amici, a bordo di un suv 4×4 «che a un certo punto, all’improvviso, si è trovato in balia delle onde. La luce era saltata, a ogni curva cataste di auto e alberi trascinati dalla corrente con sbuffi di acqua alti diversi metri che sembravano geyser».
Marina, con gli amici, è riuscita a portare in salvo due pensionati, «un uomo di 65 anni e sua madre, di 91. Erano nella loro auto, fortunatamente con i finestrini abbassati e l’acqua fino al torace. La donna», ha riferito sconvolta dalla scena di cui è stata testimone «era quasi congenata. Li abbiamo aiutati ad uscire dalla vettura e a metterli in salvo, con una coperta termita che avevamo nella jeep. Altri automobilisti ci hanno aiutato, ma i camion procedevano al centro della carreggiata e non hanno neppure rallentato…».
Tragedie del genere sono punteggiate dagli slanci di eroismo di tanta gente comune. Come Marie, 32 anni, insegnante.

«STAVO AFFONDANDO nella mia auto, mi sembrava di essere sul Titanic, ero terrotrizzata, facevo fatica a respirare in quei momenti terrificanti», racconta. Con molta fortuna ha raggiunto un luogo ancora accessibile, ma percorse poche centinaia di metri la sua attenzione è stata richiamata dalle urla di due bambini, rimasti intrappolati col padre in un’altra autovettura, nei pressi di una rotonda della città vecchia di Antibes. «Non c’era illuminazione, i fari di quell’automobile erano ormai sott’acqua. Senza pensare, sono scesa dalla mia auto. Un uomo che stava guidando dietro di me ha fatto lo stesso. Ci siamo precipitati in soccorso di quei poveretti, con l’acqua fino alle cosce, rischiando di essere trascinati via de una corrente spaventosa. Abbiamo rotto un finestrino e portare in salvo le tre persone che erano all’interno. Esausta, sono tornata a casa dopo molte ore, senza riuscire a chiudere occhio, perché continuavo a sentire le urla di quei bambini».

TGCOM