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La polemica sulle tessere gonfiate si riaffaccia. L’esito definitivo del voto degli iscritti al Pd, atteso questo weekend, fa tornare a galla le tensioni fra i candidati che si sfideranno alle primarie del 26 febbraio: Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. La Campania resta il terreno principale di scontro, con ricorsi e accuse.
“Pensavo che la battaglia contro modi di fare arroganti, ambigui e persino rivendicati potesse essere di tutti – ha detto il portavoce della mozione Schlein, il deputato Marco Furfaro – Mi spiace che Bonaccini e Picierno non abbiano niente da dire”. Il riferimento è alle anomalie nei tesseramenti in provincia di Caserta che, nei giorni scorsi, sono state al centro anche di un intervento del coordinatore della mozione Schlein, il senatore Francesco Boccia, contro il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, vicino a Bonaccini: “Con sfrontatezza – ha attaccato Boccia – si è rivolto anche al Tar, ammettendo di essere l’organizzatore degli iscritti bloccati dagli organi di garanzia”.
Per il comitato di Bonaccini ha replicato Andrea De Maria, che fa parte della commissione nazionale del partito incaricata di vigilare: “Siamo intervenuti con grande determinazione su situazioni anomale sul tesseramento, peraltro specifiche e circoscritte – ha spiegato – Su precisa indicazione” di Bonaccini “ho sempre sostenuto il massimo rigore. Dispiace che si voglia continuare una polemica su questo punto. Difendiamo insieme il buon nome del Pd”. Contro le parole di Boccia, nel Casertano si sono schierati 22 sindaci e tre consiglieri provinciali, sostenitori della mozione Bonaccini, che hanno accusato il senatore di “offendere una intera comunità democratica”.
Mentre le squadre si davano battaglia sulle tessere, i due candidati sono tornati sulla polemica nata dalle parole di Bonaccini, che nei giorni scorsi ha definito “capace” Giorgia Meloni. “Ho detto che capace l’hanno definita i cittadini votandola – ha chiarito il presidente dell’Emilia Romagna – ma io dico che il suo governo non sta facendo bene. Ha portato il suo partito dal 3 al 30% ma l’hanno votata gli elettori, non io. A sinistra c’è chi ha preferito battere la destra nei talk show, io preferisco vincere nelle urne”.
Schlein ha marcato la distanza: “Il nostro giudizio politico è estremamente negativo verso questo governo – ha detto – Molte promesse mancate e questa inversione di rotta” sul superbonus “che credo sveli anche a molte persone che hanno votato la destra che sono molto inaffidabili”. Critico anche il leader della Cgil, Maurizio Landini, “il nostro per ora è un giudizio negativo: per il confronto che non si è aperto con il sindacato e per le scelte che sono state fatte”. La sfida delle primarie sembra definita: il match del 26 sarà fra Bonaccini e Schlein.
Restano quindi fuori Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Fino a domenica, però, continua il voto nei circoli di Lazio e Lombardia. “Io vi chiedo un voto utile per il dopo – ha detto Cuperlo in un video-appello – Noi non abbiamo mai accettato l’dea che tutto potesse risolversi in un derby per il primato e che alla fine qualcuno o qualcuna potesse alzare la coppa e dire: abbiamo vinto noi e adesso il partito è nostro”. Slitta invece di qualche giorno – fino al 22 per i fuorisede – l’iscrizione per votare on line alle primarie, per gli elettori che non possano andare ai gazebo. (ANSA).
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