UN POMERIGGIO da star all’Expo (in compagnia del socio Handy Soetedjo) prima della serata da spettatore in tribuna. La domenica milanese di Erick Thohir (che stamattina lascerà Milano per tornarci a metà ottobre per l’assemblea dei soci e di Inter-Juve di domenica 18 ottobre) è trascorsa così, fra una visita al padiglione dell’Indonesia dove ha gustato pollo Satay e il riso giallo (accompagnato da acqua di cocco e jasmine tea), decine di foto e autografi e una chiacchierata con i giornalisti. In attesa del match serale contro la Fiorentina, che si sarebbe poi rivelato un incubo per i nerazzurri, il presidente nerazzurro non aveva nascosto la sua soddisfazione: «Siamo in una posizione eccellente, i rapporti interni al gruppo sono ottimi. Scudetto? È troppo presto per parlarne, ma abbiamo degli obiettivi: vogliamo entrare fra i primi dieci club al mondo. Se arriveremo in Champions serviranno 20-22 giocatori dello stesso livello».
IL DISCORSO poi si è spostato su Mancini. «Il rapporto con il tecnico sta crescendo – conferma –. Ora parliamo molto al telefono, a volte per il fuso ci messaggiamo. Crediamo entrambi nel progetto anche se non può essere un progetto perfetto, perché il business e la vita non sono perfetti. Mancini ha un carattere forte e una grande personalità, è un allenatore che facilita il lavoro. Le critiche al gioco? Credo sia più importante il risultato, il clima in squadra è positivo e Mancini dà un grande sostegno anche all’aspetto commerciale del club, perché lui è anche l’icona della società. Come presidente e come squadra dobbiamo sostenerlo. La nostra filosofia è quella di portare all’Inter le persone con la mentalità migliore». Ecco perché Thohir, nonostante il quasi -100 in bilancio (ma il “consolidato” è a -140) e la prospettiva di ulteriori tagli nel club, s’impegna a rinforzare la rosa nel caso in cui a a gennaio l’Inter fosse in corsa per lo scudetto: «Vediamo cosa succede, ma ci muoveremo ancora. Ci saranno degli arrivi ma contestualmente pure delle cessioni, non possiamo avere 30 giocatori ma solo 25». Ovvero, per mettere i conti a posto un paio di calciatori finiranno comunque sul mercato. Poi si penserà ad investimenti e ulteriori cessioni. Chiosa finale sul capitolo stadio: «Stiamo lavorando da nove mesi sul progetto di San Siro, siamo pronti a investire 150 milioni su concessione del Comune, il nostro management incontrerà il Milan per capire cosa vogliono. E mi piacerebbe conoscere Mr Bee… ».
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