È un racconto drammatico quello emerso durante l’incidente probatorio al tribunale di Ravenna, dove una giovane poco più che maggiorenne ha denunciato la sua relazione diventata una spirale di violenza e terrore. Il 22enne ravennate indagato per violenza sessuale, stalking, lesioni personali e violenza privata, ha fatto vivere alla ragazza mesi di angoscia e sopraffazione.
La vittima, assistita da uno psicologo, ha ripercorso davanti al giudice oltre due ore e mezza di incubi quotidiani, scanditi da minacce spaventose, controllo ossessivo e aggressioni fisiche. “Sei mia”, le avrebbe ripetuto costantemente il ragazzo, arrivando a seguirla ovunque grazie a un’app di localizzazione GPS.
Le parole più inquietanti emergono proprio dalle minacce dirette: “Ti sparo in bocca”, “Posso buttarti giù da qua”, “Ti metto la faccia sotto le scarpe”. Parole cariche di violenza che hanno costretto la giovane a una vera e propria prigionia emotiva e fisica.
La relazione, iniziata dopo un incontro su Tinder, è rapidamente degenerata. La vittima ha raccontato di essere stata isolata, privata dei suoi amici, della possibilità di frequentare l’università e persino di praticare sport: “Mi ha tolto tutto: amici, università, sport, libertà”, ha dichiarato con forza davanti al tribunale.
Le indagini, avviate a febbraio a seguito della denuncia, sono ora in una fase avanzata e potrebbero presto portare a sviluppi decisivi per la vicenda.