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Tim chiude il primo trimestre in linea con i target del piano dell’ad Pietro Labriola, con ricavi per 3,8 miliardi di euro (+4,3%) e un Ebitda che segna una crescita del 3,8% attestandosi a 1,5 miliardi di euro, confermando il trend di miglioramento dei trimestri precedenti, “grazie sia alla progressiva stabilizzazione della Business Unit Domestic (1 miliardo, -2,8%), sia al contributo sempre fortemente positivo di Tim Brasil (0,5 miliardi di euro, +21,8%). Gli oneri non ricorrenti per complessivi 427 milioni di euro “principalmente relativi a costi del personale” hanno pesato sulla perdita di 689 milioni di euro.
Il debito infine (al netto dei contratti di lease) a fine di marzo risulta pari a 20,45 miliardi, in aumento di 440 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022, c’è però una liquidità di 8,15 miliardi che, precisa il gruppo “consente una copertura delle passività finanziarie (correnti e non) in scadenza per i prossimi 21 mesi”.
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