
(ANSA) – ROMA, 27 NOV – Le imminenti elezioni per la
presidenza della Issf, l’ente mondiale dl tiro, stanno
determinando una vera e propria guerra di parole, e anche di
nervi, fra gli schieramenti che sostengono i due candidati,
ovvero il presidente uscente, l’oligarca russo Vladimir Lisin, e
l’italiano Luciano Rossi, presidente della Fitav e per anni
vicepresidente proprio della Issf. Quattro anni si sfidarono gli
stessi due dirigenti e Lisin prevalse per soli quattro voti,
dopo che Rossi ipotizzò manovre strane ai suoi danni e disse di
aver ricevuto perfino minacce di morte. Ora invece, fatto
inedito per un dirigente di una federazione sportiva mondiale,
il segretario generale della Issf, il russo trapiantato in
Germania Alexander Ratner, scende in campo in questa elezione e
prende pubblicamente posizione a favore di un candidato, ovvero
Lisin. Lo ha fatto con una lettera aperta alle varie federazioni
nazionali che contiene una serie di accuse nei confronti di
Rossi, relative al periodo in cui (1998-2018) era
vicepresidente della Issf. “In quei 20 anni in tutti i verbali
delle riunioni del Comitato Esecutivo – la tesi di Ratner -, non
c’è una sola menzione di idee o innovazioni da lui presentate,
nessuna proposta sull’ottimizzazione del programma delle
competizioni o sulla modifica degli eventi. E non ha pronunciato
una sola parola sulla trasparenza dell’amministrazione o sulla
politica finanziaria, né ha portato personalmente un solo
sponsor alla Issf”.
Dall’Egitto, dove già si trova in vista delle elezioni
(mercoledì dì 30 a Sharm El Sheikh), gli risponde Rossi: “Credo
che quanto scritto dal signor Ratner abbia avuto un impatto
negativo su diverse federazioni e non voglio nemmeno replicare.
Ma dico che il rapporto tra il signor Vladimir Lisin e il
governo di Putin è stato evidenziato e divulgato da fonti
autorevoli. Eppure, il fatto che un organismo ‘imparziale’,
quale dovrebbe essere il Segretario Generale, si sia formalmente
attivato, e in tali termini, a favore un candidato e contro un
altro è estremamente grave. Dal mio punto di vista
un’interferenza così immorale fornisce ulteriori prove su come
l’Issf sia effettivamente amministrata: è il momento di
cambiare”. (ANSA).
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