
(ANSA) – ROMA, 30 SET – “Quattro anni fa ricevetti perfino
delle minacce di morte, questa volta cercano il cavillo per
mettermi fuori gioco. Il conflitto di interessi? Il mio
avversario è stato in contemporanea presidente della federazione
russa, di quella europea e di quella mondiale, quindi lasciamo
stare”. Il prossimo 30 novembre, a Sharm El-Sheik, si rinnoverà
il ‘duello’ per la presidenza dell’Issf, ente mondiale del tiro,
fra l’oligarca russo Vladimir Putin, ‘re dell’acciaio’ che si
autodefinisce “semplice conoscente”, e non buon amico, di
Vladimir Putin, e secondo ‘Forbes’ ha un patrimonio personale di
15,.8 miliardi di dollari, e l’italiano Luciano Rossi, che a
livello nazionale è il presidente di federazione sportiva più
longevo (è in carica dal 1993).
Quattro anni fa Rossi sembrava vincitore e invece perse per
quattro voti, 148-144, e adesso ci riprova, visto che al suo
rivale è stato permesso di ricandidarsi: il blocco per atleti e
tecnici russi non vale per le cariche dirigenziali. “Veniamo da
quattro anni di delusioni – spiega Rossi da Lonato, dove si
trova per gli Europei di Paratrap – patite da atleti, tecnici e
giudici, con regole stravolte all’ultimo momento, nottetempo o
a gare in corso. E poi la comunicazione della Issf smantellata e
i Mondiali che durano 22 giorni, con relativo aumento delle
spese delle delegazioni e atleti, anche di paesi importanti,
costretti a pagarsi la trasferta. Insomma, in tante federazioni
nazionali c’è malcontento nei confronti dell’attuale gestione, e
si avverte necessità di cambiamento”.
Nel frattempo Lisin è stato dichiarato “persona non gradita”
da vari paesi, in primis quelli scandinavi e l’Australia, ma ciò
non gli ha impedito di continuare a governare il mondo del tiro.
E gli altri russi? Che ne sarà degli atleti? “Io li riammetterei
gradualmente – dice Rossi – perché chi gareggia ha meno
responsabilità di tutti. Piuttosto la loro federazione, quella
russa che porta avanti la candidatura di Lisin, ultimamente i
suoi tiratori li manda al fronte a combattere, e anche su questo
bisognerebbe riflettere”. (ANSA).
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