Dunque si è arrivati ai primi rinvii a giudizio per l’inchiesta “conto Mazzini”.
Ed è a questo punto che scattano le prime considerazioni politiche.
Ovvio iniziare da quelle del Partito dei Socialisti e dei Democratici anche se molto scarne. L’impressione comunque è quel- la che il partito non sia rimasto sorpreso, anzi che le stesse aspettando seppure con la piccola speranza che alla fine non arrivassero.
Invece sono giunte. Ieri dalla sede del partito è arrivata puntuale la conferma:
“Stiamo aspettando le decisioni ufficiali dei nostri due consiglieri. Fino ad allora ogni commento è superfluo. C’è il nostro codice etico che in proposito è chiaro”. Stop. Inutile insistere.
Allora sotto con il Codice Etico approvato il 28 settembre del 2013. All’articolo 5 (Candidabilità) nelle sue prime righe si legge: l’aderente al Partito dei Socialisti e dei Democratici, si impegna a non candidarsi a qualsiasi tipo di elezione, anche interna al Partito, qualora sia stato emesso in San Marino o all’estero decreto che ne disponga il giudizio.
Poi quello seguente, l’articolo 6 (Dimissioni dalla carica) recita: qualora un aderente al Partito dei Socialisti e dei Democratici versi in una delle condizioni previste nell’articolo precedente (già citato), è tenuto a dimettersi dalla carica o dalle cariche che ricopre.
E conclude: nel caso in cui l’aderente non si dimetta, il Comitato dei Garanti provvederà alla sua espulsione dal Psd. Dunque alternative per i due leader del Partito (Claudio Felici e Stefano Macina) pare proprio non esistono. Entrambi con un passato recente di Segretari di Stato, e pure di capo gruppo consiliare da oggi dovranno impegnarsi nel cercare di contrastare i numerosi capi d’accusa che sono piovuti loro sulle spalle fino al rinvio a giudizio. più che a cercare di restare in Consiglio ignorando le norme imposte dal Codice Etico.
Una situazione che non risparmia neppure la Coalizione Bene Comune che si è riunita senza emettere giudizi “Siamo in attesa. I due consiglieri non hanno ancora ricevuto la doverosa ordinanza di rinvio”. Le “obbligate” dimissioni di Claudio Felici e Stefano Macina hanno allertato i due eventuali nuovi consiglieri: Enrico Carattoni e Milena Gasperoni.
Il primo è tra i giovani emergenti del partito, impegnato come avvocato in procedimenti importanti in Tribunale, con una lunga esperienza tra i giovani del Psd. E’ “figlio d’arte”: il padre è Tonino Carattoni, una icona del Psd attraverso le diverse sigle in cui il maggior partito della sinistra è passato.
Milena Gasperoni, a sua volta, ha una lunga esperienza istituzionale trascorsa nelle segreterie dell’Industria e del Lavoro. Ha anche occupato ruoli dirigenziali in uffici pubblici. Insomma sarà un consigliere con perfetta conoscenza delle diverse sfaccettature della politica.
Gian Maria Fuiano, La Tribuna