Il Giappone riceve una serie di schiaffi da Donald Trump. Incassa e si preoccupa ma per il momento aspetta a reagire.. Dopo aver formalmente ritirato gli Usa “in modo permanente” dalla Trans-Pacific Partnership- che Tokyo ha ratificato ufficialmente poche ore prima del suo insediamento alla Casa Bianca – il nuovo presidente americano, in un incontro con industriali, ha messo sullo stesso piano Cina e Giappone come Paesi caratterizzati da pratiche commerciali scorrette. In particolare, Tokyo lo farebbe nel settore del commercio delle auto, nel “fare cose che rendono impossibile vendere auto in Giappone”, con un apparentemente riferimento a barriere non tariffarie (non ci sono dazi formali all’import di autovetture). All’incontro era presente il Ceo della Ford, che l’anno scorso si e’ ritirata dal mercato giapponese citando la sostanziale “chiusura” del mercato agli operatori stranieri. D’altra parte, l’abbattimento delle barriere non tariffarie nipponiche sull’import di auto made in Usa era stato citato come uno dei benefici della TPP in un rapporto del Dipartimento Usa del Commercio del settembre scorso.
Inizialmente, inoltre, il premier Shinzo Abe aveva sperato di correre da Trump gia’ il prossimo venerdi’- per sottolineargli anzitutto l’importanza dell’alleanza bilaterale ‘ ma l’incontro e’ rinviato al mese prossimo: il presidente incontrera’ prima altri leader. Inoltre, pare che sia stata chiesta dalla parte americana anche la presenza del ministro delle Finanze Taro Aso. E si sa che Trump vorrebbe che il Giappone pagasse di più per contribuire alle spese per il dispositivo militare americano presente nel Sol levante. La Casa Bianca sembra orientarsi a iniziare negoziati finalizzati a ridurre il deficit commerciale non solo con la Cina, ma anche con il Giappone. Tokyo conta per meno del 10% del disavanzo commerciale totale statunitense, ma e’ comunque il terzo Paese per surplus, dopo la Cina (che conta per oltre la meta’) e la Germania.
Ora che e’ naufragata la TPP – su cui il premier Abe aveva investito molto capitale politico -, appare difficile per il Giappone procedere a un accordo bilaterale di libero scambio che Trump vorrebbe esplicitamente in termini molto favorevoli agli Usa. Senza gli Usa, il governo giapponese ha confermato oggi, la TPP non può procedere. Il Cile ha deciso comunque di invitare i Paesi firmatari della TPP a un incontro previsto per il prossimo marzo, al quale ha invitato anche Paesi non membri come Cina e Corea del Sud. L’idea e’ studiare una nuova cornice di rilancio del processo di liberalizzazioni commerciali. Anche senza gli Usa. Il Sole 24 Ore
