Gommoni da 500 cavalli lanciati come missili nell’Adriatico in tempesta, scafisti capaci di rischiare mille volte la morte, e per un solo motivo: consegnare come da contratto il carico di droga al committente. La quantità era industriale: 2 tonnellate di marijuana, ossia 2mila chilogrammi. Messa nel mercato, significava incassare 18 milioni di euro. Ci avrebbero fatto 1 milione e 800 mila «spinelli». Andavano così veloci, che neppure i radar delle motovedette della Finanza li hanno individuati in mare. Eppure questi scafisti sono stati puntuali l’altra mattina alle 3 nello sbucare dal buio delle onde col loro gommone di sette metri spinto da due motori fuoribordo da 240 cavalli l’uno. Non potevano sapere di essere osservati dalla polizia, nascosta in forze (almeno 20 uomini, con giubbotti antiproiettile) dietro ai canneti della foce del fiume Metauro. I poliziotti (squadra mobile di Pesaro, commissariato di Fano e mobile di Ancona) hanno atteso che i sei albanesi (i due della barca, altri quattro in spiaggia ad attenderli) scaricassero la droga suddivisa in 92 pacchi con le insegne bene in evidenza (scritte con lo spray) delle province di destinazione (Rimini, Bologna, Verona, Perugia, Piacenza ecc.), che mettessero la droga in un furgone preso in prestito da una ditta edile, ed in parte la nascondessero sotto un ponte, per poi uscire e bloccarli. Solo uno è riuscito a fuggire ma di lui sanno tutto.
Nessuno era armato. Avevano a disposizione in spiaggia 36 taniche di benzina per l’equivalente di mille litri. Scaricata la droga, dovevano ripartire subito col carico di carburante utile evidentemente a rifornire altri gommoni fermi al largo. Il procuratore della Repubblica di Pesaro Manfredi Palumbo ha spiegato ieri in conferenza stampa: «E’ probabile che ci fossero in mare quella notte altri quattro o cinque gommoni, visto che quel carico di 2 tonnellate non poteva esser stato fatto solo con un’imbarcazione. E comunque non poteva essere arrivato dall’Albania con quel mare in tempesta. Al largo c’era qualche altra imbarcazione da cui hanno caricato la droga per portarla a riva. Avevamo avuto dei precedenti a Marzocca e a Porto Potenza picena ma erano quantitativi di gran lunga inferiori.Purtroppo si sta avverando ciò che avevo previsto e detto proprio in un’intervista al Carlino 18 anni fa, ossia che a Pesaro stava arrivando la quinta mafia, quella degli albanesi con il traffico di droga. Oggi ne abbiamo avuto la conferma visto che la marijuana è partita dall’Albania, portata da albanesi e comprata da altri albanesi, residenti da anni qui da noi, a Fermignano».
La droga una volta immessa sul mercato sarebbe stata venduta a circa 10 euro a spinello. Le piazze principali di spaccio quelle della Romagna, con la costa riminese in primo piano, ma anche città più grosse come Bologna, Verona, Perugia, Ancona e ovviamente Pesaro. La convalida degli arresti ci sarà il giorno di Ferragosto, alle 9 di mattina. Già nominati gli avvocati di fiducia di varie parti d’Italia. Uno degli arrestati, di cui ancora non sono stati rilevati i nomi, ha scelto di farsi tutelare dall’avvocatessa pesarese Monica Nicolini. Il Resto del Carlino
