Un singolo sparo ha spento la vita di Charlie Kirk, 31 anni, una delle figure più influenti del movimento conservatore giovanile americano e volto vicino a Donald Trump. L’attivista è stato colpito al collo mentre stava parlando con gli studenti della Utah Valley University, all’interno di un incontro pubblico.
Secondo le prime ricostruzioni della polizia, il proiettile sarebbe partito da quasi duecento metri di distanza, probabilmente dal tetto di un edificio del campus. Una dinamica che ricorda l’attentato di luglio contro lo stesso Donald Trump in Pennsylvania. Dopo il colpo, l’università è stata immediatamente posta in lockdown.
Le indagini hanno vissuto ore caotiche: due persone, inizialmente considerate sospettate, sono state poi rilasciate poiché non collegate all’attacco. Al momento è in corso una vera e propria caccia all’uomo, come confermato dall’FBI e dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza dello Utah.
La reazione politica
Da Washington, Donald Trump ha celebrato Kirk con un video ufficiale, parlandone come di un patriota e di un martire, vittima – a suo dire – della retorica “della sinistra radicale” che avrebbe alimentato odio politico nel Paese. Il presidente ha poi ordinato che tutte le bandiere statunitensi siano abbassate a mezz’asta fino a domenica sera.
Anche la Casa Bianca e il vicepresidente hanno diffuso messaggi di cordoglio, ricordando il legame personale e politico con Kirk, presente più volte negli eventi ufficiali e vicino al nucleo della presidenza Trump.
Una carriera fulminea
Attivista fin da giovanissimo, Kirk aveva fondato nel 2012 l’organizzazione conservatrice Turning Point USA, rapidamente affermatasi come la rete giovanile di destra più influente degli Stati Uniti, presente oggi in centinaia di college. Oltre alle iniziative sul campo, aveva costruito notorietà anche grazie a podcast, libri e all’attività sui social, fino a diventare una voce di riferimento per il movimento “Maga”.
La sua morte segna un nuovo e drammatico capitolo nella serie di episodi di violenza politica che negli ultimi mesi hanno colpito trasversalmente i protagonisti della scena americana, da esponenti repubblicani a figure democratiche.
Con l’assassinio di Kirk, la polarizzazione politica negli Stati Uniti conosce un ulteriore punto di frattura, mentre il Paese si interroga sulla capacità delle istituzioni di arginare un’escalation che minaccia sempre più la sicurezza interna e la stabilità della democrazia americana.