Dopo un’assenza durata decenni, il morbo di Hansen, storicamente noto come lebbra, è ricomparso in Europa orientale con alcune segnalazioni registrate negli ultimi giorni. Le autorità sanitarie di Romania e Croazia hanno confermato l’individuazione di un ristretto numero di casi, specificando tuttavia che la situazione è sotto controllo e non sussiste alcun pericolo concreto per la salute pubblica generale.
In Romania, la malattia non veniva diagnosticata dal 1981. L’attenzione si è concentrata sulla città di Cluj-Napoca, in Transilvania, dove sono emersi quattro casi sospetti all’interno di un centro massaggi. Si tratta di lavoratrici di origine asiatica: per una di loro la diagnosi è stata confermata venerdì scorso, mentre per le altre tre sono in corso gli accertamenti clinici e microbiologici. Il ministro della Sanità locale, Alexandru Rogobete, ha riferito che la struttura è stata chiusa temporaneamente per consentire la sanificazione e l’indagine epidemiologica sui contatti.
Parallelamente, anche la Croazia ha registrato il suo primo caso dal 1993. A Spalato, un lavoratore di nazionalità nepalese, residente nel Paese da due anni insieme alla famiglia, si è presentato ai servizi epidemiologici manifestando i sintomi dell’infezione. Bernard Kaic, dell’Istituto croato di sanità pubblica, ha reso noto che il paziente è stato prontamente preso in cura e che per i suoi contatti stretti è stata attivata la necessaria profilassi farmacologica, pur non risultando al momento contagiati.
Nonostante l’impatto emotivo legato al nome della malattia, le autorità mediche di entrambi i Paesi hanno invitato alla calma. È stato ribadito che la patologia presenta una contagiosità molto bassa e che la trasmissione richiede contatti stretti e prolungati nel tempo, non avvenendo attraverso interazioni brevi o la semplice condivisione di ambienti. Una volta avviata la terapia antibiotica, inoltre, il rischio di trasmissione si azzera rapidamente, rendendo efficaci i protocolli di sicurezza già attivati.













