Mentre l’intero volo AI171 di Air India finiva in fiamme pochi secondi dopo il decollo, c’era un solo uomo che sarebbe uscito vivo da quella catastrofe: Vishwash Kumar Ramesh, 40 anni, cittadino britannico di origini indiane. Il suo salvataggio non è stato un miracolo nel senso religioso del termine, ma un caso straordinario di coincidenze e circostanze favorevoli. Il dettaglio chiave? Era seduto al posto 11A.
Ramesh era partito insieme al fratello per una breve visita ai parenti. Il 12 giugno, alle 13:38 ora locale, il Boeing 787-8 Dreamliner si alzava in volo da Ahmedabad verso Londra. Ma appena 30 secondi dopo, un’esplosione, poi il buio. L’aereo si è schiantato su un ostello studentesco. Delle 242 persone a bordo, solo lui si è salvato.
Il racconto dal letto d’ospedale
“Un boato, le fiamme, i corpi. Ho corso senza sapere dove fossi, c’era solo caos attorno”, ha detto Ramesh al Hindustan Times. È stato estratto cosciente tra i rottami, con ferite al viso e ai piedi ma mai in pericolo di vita. Il pilota aveva inviato un mayday, ma la comunicazione si è interrotta prima che potesse esserci un intervento. A bordo c’erano oltre 125.000 litri di carburante, che hanno alimentato l’esplosione visibile a chilometri di distanza.
Cosa ha salvato Vishwash Ramesh?
Il sedile 11A si trova nella prima fila della classe economica, sopra l’ala e accanto a una delle uscite d’emergenza. Queste due caratteristiche, spiegano gli esperti, possono aver fatto la differenza: struttura più resistente e via di fuga immediata.
Il professor John McDermid (Università di York) e l’esperto Edwin Galea (Università di Greenwich) concordano: “Stare vicino a un’uscita può significare qualche secondo in più per scappare, e quei secondi possono salvare la vita”.
Ma c’è anche chi ipotizza che Ramesh sia stato sbalzato fuori nel momento in cui la fusoliera si è disintegrata, finendo in un punto che ha assorbito l’urto. “In incidenti del genere la posizione conta, ma conta soprattutto la fortuna”, ha detto Graham Braithwaite della Cranfield University.
La strana storia del posto 11A
Come se non bastasse, il sedile 11A era già stato protagonista di un altro salvataggio. Nel 1998, durante un incidente del volo Thai Airways 261 a Surat Thani, il cantante thailandese Ruangsak Loychusak – allora ventenne – sopravvisse allo schianto… proprio dal posto 11A. “Quando ho saputo di Ramesh mi è venuta la pelle d’oca”, ha scritto sui social. Per dieci anni dopo quell’incidente non riuscì più a volare.
E ora? L’indagine punta su guasto meccanico o bird strike
Il Boeing 787 Dreamliner non aveva mai subito incidenti fatali prima di questo. Tra le ipotesi al vaglio: guasto simultaneo ai due motori, malfunzionamento della RAT (Ram Air Turbine) o bird strike, visto l’alto numero di impatti con uccelli registrati all’aeroporto di Ahmedabad.
L’equipaggio era esperto: il comandante Sumeet Sabharwal, 60 anni, aveva 8.200 ore di volo. Il copilota Clive Kundar era pienamente abilitato. Gli investigatori attendono i dati della scatola nera per chiarire la dinamica.
Tutto il resto è tragedia
Il bilancio, ad oggi, conta 241 vittime a bordo, più morti a terra. Il premier Modi ha visitato Ramesh in ospedale, promettendo “chiarezza e giustizia”.
Ma in mezzo a una delle peggiori tragedie aeree degli ultimi anni, a restare è la storia quasi surreale di un uomo che ha avuto la vita salva per pochi centimetri di distanza e per un numero di sedile già noto alla cronaca. 11A: un codice che oggi è molto più di una coincidenza.