Pochi istanti. Quanto basta per passare da una normale fase di decollo al disastro. Dentro la cabina di pilotaggio del Boeing 787 di Air India si consuma un dramma di pochi, drammatici secondi: urla, accuse reciproche, un gesto irreversibile e un aereo destinato a precipitare. Il volo AI171, partito dall’aeroporto di Ahmedabad e diretto a Londra Gatwick, si è schiantato trenta secondi dopo il decollo. E ora, grazie alla scatola nera, emergono dettagli inquietanti su cosa accadde a bordo.
Le urla in cabina: “Perché hai spento i motori?”
Secondo quanto rivelato da due fonti occidentali al Corriere della Sera, nei file audio recuperati dai dispositivi di bordo si sente chiaramente una discussione “tesa e drammatica” tra i due piloti. Uno di loro, in un crescendo di disperazione, chiede ripetutamente all’altro: “Perché li hai spenti?” Un confronto durato diversi secondi, ben più lungo della riga e mezza cui è stato ridotto nel rapporto preliminare redatto dalle autorità indiane.
La domanda, riferiscono le fonti, non era un’ipotesi ma una vera e propria accusa, diretta e insistita. Un tono sorpreso, sconvolto, quasi incredulo. E subito dopo, la tragica conferma: i due motori erano stati messi fuori uso.
L’enigma degli interruttori
Dai dati ufficiali emerge che appena tre secondi dopo il decollo i due interruttori del carburante — quelli che controllano il flusso ai motori — sono passati da “Run” a “Cut off”. Non si sa come. Ma le fonti, ascoltatori diretti dei file audio, escludono un guasto: parlano di azione deliberata. Le registrazioni, infatti, mostrano un tentativo tardivo di rimediare. Dieci secondi dopo, il flusso di carburante viene ripristinato prima per un motore, poi per l’altro. Ma è troppo tardi.
Il mistero resta: chi ha agito? Chi ha cercato di salvare l’aereo? Il rapporto non lo dice. E non è stato chiarito nemmeno chi abbia lanciato il triplo “mayday”, sei secondi prima dello schianto.
Le omissioni del rapporto preliminare
Ciò che indigna le fonti che hanno parlato con il Corriere è proprio questo: che una conversazione così determinante sia stata di fatto esclusa dal documento ufficiale, liquidata con poche parole in un rapporto lungo 15 pagine. Il contenuto audio della cabina, secondo quanto riferito, è nelle mani delle autorità indiane, le uniche a poter attribuire con certezza le voci registrate.
Una strage annunciata?
L’incidente ha provocato 260 vittime. 241 tra passeggeri e membri dell’equipaggio (un solo superstite), e altre 19 persone che si trovavano nella mensa universitaria centrata in pieno dal velivolo. I numeri parlano da soli. Ma sono i dettagli — le urla, le accuse, l’inerzia nei momenti cruciali — a rendere ancora più sconvolgente questa tragedia.
La dinamica, secondo chi ha ascoltato i file audio, lascia intuire un errore umano. Forse una manovra errata, forse un atto deliberato.