Tragedia in spiaggia: rumeno di Rimini accusato di omicidio colposo per la morte del figlio 11enne nell’incendio del camper

Un incendio divampato nel cuore dell’estate 2023 a Bados, località balneare in provincia di Olbia, è costato la vita a un bambino di 11 anni e ora la Procura di Tempio Pausania punta il dito contro il padre della vittima, ritenuto il principale responsabile del dramma. Secondo gli inquirenti, l’uomo – un 54enne romeno, residente a Rimini con la famiglia – avrebbe innescato il rogo utilizzando in modo inappropriato un fornello alimentato a gas, in un’area vietata alla sosta dei camper.

La dinamica della tragedia

La giornata era ventilata e la famiglia stava preparando il pranzo a ridosso del mare. Il fuoco sarebbe partito da un tubo che si sarebbe staccato dalla bombola del gas, generando una fiammata improvvisa e violentissima che ha raggiunto in pochi istanti il camper. Il piccolo, che riposava nell’abitacolo, non ha avuto possibilità di mettersi in salvo. Gravi ustioni anche per la madre, mentre il padre e gli altri due figli sono riusciti a fuggire.

Accuse di omicidio colposo e incendio boschivo

Chiuse le indagini, la Procura tempiese ha formulato nei confronti dell’uomo l’accusa di omicidio colposo per la morte del figlio, oltre che di lesioni alla moglie e di incendio boschivo per aver devastato una porzione di area circostante. Gli investigatori contestano il mancato rispetto delle norme di sicurezza relative all’uso di bombole a gas in un contesto particolarmente esposto al vento, la scelta di campeggiare in una zona interdetta e la negligenza nel verificare la corretta installazione dell’impianto.

Le dichiarazioni della difesa

L’avvocato del padre si dice colto di sorpresa dal provvedimento: fino a pochi giorni fa, il 54enne veniva considerato persona offesa e non indagato, un aspetto che aveva portato a ipotizzare persino una costituzione di parte civile. La difesa, inoltre, sostiene che il fornello e le bombole all’origine della fiammata non appartenessero al padre, ma fossero di proprietà di un altro camperista, sollevando dubbi sul nesso causale di cui è accusato.

Possibili sviluppi

L’inchiesta dovrà ora chiarire i dettagli tecnici e il ruolo effettivo di ciascuno dei presenti nel montaggio e nell’accensione dell’impianto di cottura. Intanto, la comunità di Olbia rimane scossa da questa vicenda, che ha stroncato la vita di un bambino in un momento che doveva essere di svago e relax estivo.