Transessuale trovata morta al Lagaccio «Era depressa per la morte del padre»

Genova Lagaccio, Yorge Arturo Romero Gurimendi

Genova – Prende sempre più campo l’ipotesi del malore per la morte di Jorge Arturo Romero Gurimendi, la transessuale ecuadoriana di 34 anni, conosciuta come Carolina, trovata cadavere ieri sera nel suo appartamento, in via del Cipresso al Lagaccio. In un primo momento gli investigatori avevano pensato a un omicidio, ma con il passare delle ore questa pista si affievolisce. Accanto al cadavere in stato di decomposizione sono state trovate alcune siringe che fanno pensare a una possibile overdose di stupefacenti. Il medico legale, da una prima ricognizione sul cadavere, non ha evidenziato ferite.

Esculsa l’ipotesi anche della rapina

Esclusa anche l’ipotesi della rapina degenerata: su un comodino è stato ritrovato il portafoglio con i soldi della vittima. Ma non è del tutto esclusa l’ipotesi del delitto passionale. Jorge Arturo, che si prostituiva, potrebbe essere stata vittima di un cliente o di un amante che potrebbe averlo soffocato o strangolato. Ma questo lo potrà dire solo l’autopsia in programma domani.

Sarà sentito l’ex fidanzato. Lei lo aveva denunciato per maltrattamenti

Ma quello che emerge dalle testimonianze di alcune conoscenti della donna, è un passato turbolento. Una relazione, in particolare, ha attirato l’attenzione degli inquirenti. Carolina aveva denunciato per maltrattamenti il suo ex fidanzato, un uomo genovese di 35 anni. L’ex fidanzato era stato anche processato per quella vicenda, aveva chiesto scusa durante le udienze e aveva promesso di non avvicinarsi più a Carolina. Il trentacinquenne, oggi, sta tentando di disintossicarsi presso una comunità di Biella. Non è escluso però che gli inquirenti vogliano sentirlo nelle prossime ore.

Il dolore degli amici e dei parenti

Addolorati gli amici e i parenti di Carolina. «Era una persona meravigliosa, non possiamo credere che non ci sia più». Pamela Marin è la moglie del cugino di Jorge Arturo Romero Gurimendi. La donna è corsa in via del Cipresso appena ha saputo del ritrovamento del cadavere. Mentre guarda i lampeggianti delle volanti della polizia scuote la testa, affranta: «Non è vero che si prostituiva. Aveva un lavoro, come badante e viveva qui, al Lagaccio, in un appartamento di proprietà». Si tratta dell’abitazione dove i vigili del fuoco hanno trovato il corpo senza vita (foto ). «So che ultimamente non se la passava molto bene economicamente: il mutuo lo pagava la sorella, che vive negli Stati Uniti».

È stata proprio la sorella che la sentiva «tre o quattro volte al giorno per telefono, ad insospettirsi del suo silenzio e a lanciare l’allarme: «Non riusciva a sentirla e così ha chiamato una vicina per andare a controllare di persona che cosa fosse successo – dice Pamela Marin – È terribile, non riusciamo a capire che cosa è accaduto».

Jorge Arturo Romero Gurimendi, da un po’ di tempo, era caduto in depressione: «Prima dell’estate gli è morto il padre, a 52 anni, in Ecuador. Il lutto l’aveva segnato profondamente, tanto che aveva iniziato a prendere delle gocce per diminuire lo stato di ansia. In quel periodo era tornato nel suo Paese e vi aveva soggiornato per un po’».

La sorella era diventata il suo unico punto di riferimento: «Si confidava con lei, ogni volta che poteva. Era una persona molto riservata, ma non faceva male a nessuno». Un periodo difficile: «Sognava di andar via dall’Italia e di fare ritorno in Ecuador. Lo diceva spesso, anche se la sua vita era ormai qui a Genova. Non so che cosa sia successo in quell’appartamento». Pamela Marin è corsa qui in compagnia di una amica, Mirna: «Girano delle voci, sul conto di Jorge, ma sono tutte infondate. Era solo una persona perbene, attaccatissima alla sua famiglia».

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