
Una giornata effervescente che però, salvo clamorosi colpi di scena, non porterà all’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Timidi spiragli per sperare in un’intesa larga non mancano, ma saranno gli sviluppi delle prossime ore a fornire un responso certo. Alle ore 15 è partita la seconda votazione per eleggere il capo dello Stato: anche oggi, come ieri, si prevede una pioggia di schede bianche. I partiti ponderano le loro prossime mosse e continuano a lavorare per sbrogliare la situazione e chiudere la sfida per il Quirinale.
La rosa del centrodestra
Nel pomeriggio il centrodestra terrà una conferenza stampa per presentare ufficialmente la propria rosa di nomi per il Colle, che potrebbe essere composta da cinque o sette profili. Fonti parlamentari della coalizione fanno sapere che Matteo Salvini avrebbe fatto un riferimento ai profili su cui punterà e su figure che ricoprono o che hanno ricoperto cariche istituzionali, ma al momento i nomi non sarebbero stati citati. Comunque i più accreditati dalla stampa sono Maria Elisabetta Alberti Casellati, Marcello Pera, Carlo Nordio, Giulio Tremonti e Letizia Moratti.
Prima c’è stato un vertice del centrodestra negli uffici di Fratelli d’Italia a Palazzo Montecitorio. È stato deciso che anche oggi si voterà scheda bianca. In mattinata Matteo Salvini ha riunito i grandi elettori della Lega. “È il momento dell’orgoglio, adesso tocca alla sinistra vestire i panni dei responsabili“, sarebbe stato in sostanza l’intervento del leader del Carroccio. Che poi avrebbe ricordato come i recenti presidenti – ad esempio Giorgio Napolitano – non siano stati eletti con l’80% dei voti.
Da parte di Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, è arrivata una precisazione sul nome di Pier Ferdinando Casini: “In questo momento non è un uomo del centrodestra“. Tesi confermata poco più tardi da Salvini: “Casini in una rosa di centrodestra non c’è“. Il segretario della Lega ha poi puntualizzato sul premier Mario Draghi: “Sta a Chigi e lavora bene a Chigi“.
Giallorossi in tilt
Alle 17.15 sarebbe in programma un incontro delle delegazioni di Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e uguali. I tre partiti del fronte giallorosso stanno meditando di ufficializzare una lista alternativa, cioè una vera e propria contromossa rispetto al centrodestra: tra i nomi quello di Andrea Riccardi ma avanza anche la carta Paola Severino, ex ministro della Giustizia. Anche per oggi l’indicazione comune è quella di optare per la scheda bianca.
Ma tra gli eletti di Pd e M5S serpeggia un timore ben preciso: l’asse che si sta creando tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini potrebbe finire per spaccare l’asse giallorosso. Le preoccupazioni riguardano non solo il futuro della coalizione, ma anche quella di far piombare nuovamente nel buio le trattive sul Quirinale. Si rischia di tornare al muro contro muro proprio quando si era instaurata una catena di dialogo tra centrodestra e centrosinistra, è il ragionamento che si fa.
In tutto ciò alcuni parlamentari del Partito democratico sono in subbuglio. “Ma Conte a che gioco sta giocando? Vuole ripristinare l’asse gialloverde?“, si chiede un dem. Un altro parlamentare del Pd sbotta: “Qualcuno faccia capire a Conte che se fa il gioco di Salvini, il governo salta, si va a votare e i 5 Stelle scompaiono“.
Incontro Letta-Tajani
Nel primo pomeriggio Enrico Letta e Antonio Tajani hanno avuto un colloquio “costruttivo“. Fonti del Nazareno fanno sapere che nel faccia a faccia si sono valutate opzioni e vagliati nomi, con l’auspicio di arrivare a una soluzione equilibrata. Il segretario del Pd ha chiarito di non aver mai negato al centrodestra la legittimità di proporre profili, ma ha aggiunto che in un Parlamento così frammentato solo un profilo realmente super partes e non divisivo può rappresentare una soluzione soddisfacente per tutti.
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