Traumi permanenti al bimbo, padre condannato a 12 anni

Dodici anni e se mesi di reclusione per avere maltrattato il figlio, un neonato, provocandogli una grave disabilità. E’ questo quanto deciso ieri dal tribunale di Rovigo nei confronti di un genitore all’epoca dei fatti, residente nel Basso Polesine, finito a processo insieme alla madre del piccolo, per maltrattamenti in famiglia con lesioni aggravate nei confronti del loro figlioletto di appena 4 mesi. Il collegio dei giudici presieduto dal giudice Alessandra Martinelli ha disposto invece l’assoluzione per la madre del piccolo.

I 2 genitori, rispettivamente 35 e 29 anni, oggi separati, in seguito alle indagini della squadra mobile di Rovigo, erano finiti alla sbarra per alcuni fatti accaduti 15 febbraio del 2010. Quel giorno il padre tornando a casa aveva raccontato di avere scoperto il figlio, all’epoca di soli 4 mesi, nel pieno di una crisi respiratoria. Dopo aver chiamato l’ambulanza, l’uomo tentò di rianimare da solo il neonato ormai cianotico. Fece la respirazione artificiale, lo mise sotto l’acqua e soprattutto lo prese in braccio e lo scosse. Quando il Suem arrivò però era troppo tardi: le lesioni al cervello risultarono non guaribili. La Procura aprì un fascicolo a carico dei due genitori, ravvisando l’ipotesi addirittura di tentato omicidio nei confronti del piccolo.

Dalle relazioni dei medici legali infatti emerse che il neonato era stato vittima di scuotimenti, azioni che gli avevano provocato delle lesioni al cervello, risultate poi irreversibili. La madre, a sua volta, era accusata di non avere fatto nulla per impedire quei comportamenti che il padre avrebbe adottato nei confronti del loro figlioletto nato da pochi mesi. Durante il processo, la difesa, sostenuta da Giulia Gianese del Foro di Rovigo aveva chiesto l’assoluzione dell’uomo, portando avanti la tesi da lui stesso spiegata in aula, ossia che eventuali lesioni al cervello del piccolo potevano essere state provocate dallo scuotimento che il bimbo aveva subito mentre il padre correva per le scale in direzione dell’autoambulanza, chiamata dopo avere scoperto il bimbo nella culla in stato di incoscienza e dalle successive manovre di rianimazione messe in atto dal padre, nel disperato tentativo di salvarlo. Tesi però contestata dal pubblico ministero Fabrizio Suriano che ieri aveva chiesto per il padre la condanna a 10 anni per maltrattamenti e lesioni aggravate. La vittima, costituita parte civile, assistita dall’avvocato Sabina Canato di Rovigo aveva chiesto un risarcimento di due milioni. Ieri è arrivata la sentenza. Dodici anni e sei mesi al padre; assolta invece la madre perché il fatto non sussiste. La provvisionale per la parte civile è stata quantificata in 500mila euro. La difesa ha annunciato che, lette le motivazioni, presenterà appello contro la pesante condanna. Nel frattempo il bimbo, portatore di grave disabilità, vive con la madre ed è stato adottato dal nuovo compagno di quest’ultima. Il Resto del Carlino