TREMONTI, PER SAN MARINO POCA CAROTA MOLTO BASTONE, QUINDI ANCORA SEMAFORO ROSSO

A fronte dell’interpellanza urgente presentata come prima firmataria dall’Onorevole riminese Elisa Marchioni,

ecco cosa risponde il Ministero dell’Economia delle Finanze italiano, retto dal ministro Giulio Tremonti, di cui si fa portavoce Sonia Viale, Sottosegretario di Stato del medesimo Dicastero:

Signor Presidente, con il documento in esame gli onorevoli interpellanti, nel rappresentare che le relazioni intercorrenti tra lo Stato italiano e la Repubblica di San Marino sono divenute particolarmente tese, chiedono di conoscere quale sia la strategia del Governo per affrontare con urgenza gli attuali problemi.
Al riguardo, in via preliminare, si osserva che il Governo italiano, tramite il Ministero degli affari esteri, segue con la massima attenzione gli sviluppi interni alla Repubblica di San Marino, in vista dell’auspicato superamento degli ostacoli che ancora si frappongono al raggiungimento di un livello di trasparenza europeo, e di conseguenza alla piena normalizzazione dei rapporti bilaterali in questo importante settore.
Nel più ampio quadro delle relazioni tra Italia e San Marino si può peraltro fare stato di una buona collaborazione in numerosi ambiti tecnici, che ha consentito la recente firma di quattro intese bilaterali e la definizione di altri accordi e programmi in campo culturale ed ambientale, in via di finalizzazione.
A livello locale, inoltre, la Farnesina segue attentamente anche i negoziati in corso tra la Repubblica del Titano e la regione Emilia-Romagna. Il dialogo non si è mai interrotto e il canale diplomatico è rimasto sempre aperto, come testimoniato dall’impegno della Farnesina ad agevolare contatti per favorire utili chiarimenti in occasione del tavolo tecnico italo-sanmarinese riunitosi presso il Ministero degli affari esteri il 16 settembre scorso e, da ultimo, durante l’incontro svoltosi il 27 gennaio scorso tra il Ministro degli affari esteri Frattini e il Segretario di Stato agli esteri sanmarinese, accompagnato dal Segretario di Stato alle finanze Valentini.
In tale circostanza, i rappresentanti di San Marino hanno sottolineato i passi in avanti compiuti in termini di legislazione adottata o in via di adozione in materia fiscale e finanziaria. Hanno, altresì, manifestato il vivo auspicio di risolvere tutte le questioni bilaterali ancora pendenti per giungere all’auspicata cancellazione dalla lista nera del Ministero dell’economia e delle finanze italiano e alla firma del Protocollo bilaterale sulle doppie imposizioni.
Tutto ciò rappresentato, relativamente alle specifiche questioni di carattere finanziario e fiscale, il Dipartimento del tesoro ha riferito che, nel corso degli ultimi mesi, le autorità di San Marino hanno adottato una serie di misure tese a dare credibilità e trasparenza al sistema finanziario. Tra queste, spicca la legge 4 novembre 2010, n. 178, contenente «disposizioni per il rafforzamento dell’autonomia della Banca centrale ed aggiornamenti statutari».
Quasi contemporaneamente è stato nominato il presidente della Banca centrale, posto vacante da febbraio 2010. Con il nuovo statuto della Banca centrale è stato eliminato il gradimento del Comitato credito e risparmio – organo politico che ha, tra l’altro, la funzione di indirizzo e orientamento dell’attività di vigilanza bancaria, finanziaria e assicurativa – nella nomina degli ispettori del coordinamento della vigilanza. Il nuovo statuto prevede ora i casi nei quali i componenti del coordinamento della vigilanza, nei quali rientra il direttore della banca, possano essere rimossi.
Accanto a queste positive novità permangono, tuttavia, alcune zone grigie, in relazione alle quali sarà importante vedere l’applicazione pratica. Il primo punto sul quale si attendono iniziative da parte dell’autorità di San Marino è quello dei controlli sulle banche e sulle società finanziarie sanmarinesi nonché sulle sanzioni per i comportamenti illegali. Si ricorda, in proposito, che la Banca d’Italia è dovuta intervenire ripetutamente per bloccare i tentativi di alcune banche e società finanziarie sanmarinesi di operare in Italia aggirando ed eludendo la normativa italiana in materia. In nessuna occasione vi è stata alcuna collaborazione da parte della Banca centrale di San Marino la quale, pertanto, dovrà dimostrare di avere l’indipendenza e le capacità per potere intervenire sui soggetti sottoposti alla sua vigilanza.
Per quanto concerne la normativa sul segreto bancario sanmarinese, il Dipartimento del tesoro ha rappresentato che essa è stata di ostacolo all’identificazione del beneficiario effettivo e allo scambio di informazioni tra banche dello stesso gruppo. Nonostante le modifiche apportate da parte sanmarinese con la legge sulle imprese e sui servizi bancari, finanziari ed assicurativi, permangono forti perplessità sull’istituto in quanto subordina, in deroga alla disciplina del segreto bancario, lo scambio di informazioni tra controllate sanmarinesi e capogruppo straniere alla condizione che tra la Repubblica di San Marino e lo Stato della capogruppo sussista un accordo internazionale vigente. Peraltro, la nuova disciplina del segreto bancario subordina la trasmissione delle informazioni al rispetto della normativa sanmarinese in materia di vigilanza consolidata piuttosto che ai principi costituenti standard nella materia a livello internazionale.
Per quanto attiene l’individuazione del titolare effettivo in caso di partecipazioni societarie, l’adozione della legge concernente la conoscibilità degli assetti proprietari effettivi delle società di diritto sanmarinese, nel creare un archivio delle partecipazioni fiduciarie presso la Banca centrale, limita gli obblighi di comunicazione sul titolare effettivo ai soli mandati aventi ad oggetto partecipazioni in società sanmarinesi, così eludendo i controlli sulla gran maggioranza delle società fiduciarie che lavorano con soggetti non sanmarinesi.
Relativamente alle problematiche di carattere fiscale, il Dipartimento delle finanze ha fatto presente in via preliminare che tra la Repubblica italiana e quella di San Marino non vi sono, allo stato accordi che consentano lo scambio di informazioni in materia fiscale. Ciò costituisce una delle ragioni per cui, secondo la vigente normativa, la Repubblica di San Marino è uno degli Stati facente parte della lista di cui al Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 4 maggio 1999 con il quale sono stati individuati gli Stati e i territori aventi un regime fiscale privilegiato ai fini della presunzione di residenza in Italia stabilita dall’articolo 2, comma 2-bis, del Testo unico delle imposte sui redditi.
L’Italia partecipa attivamente al Global forum sulla trasparenza e lo scambio di informazioni ai fini fiscali istituito in seno all’OCSE. In tale ambito, la Repubblica di San Marino, come tutti i membri del Global forum, è oggetto di peer review, un esame tra pari sull’adeguatezza degli strumenti relativi allo scambio di informazioni. Il rapporto di peer review, pubblicato il 27 gennaio 2011 sul sito OCSE, ha posto in luce numerose lacune dell’ordinamento sanmarinese, che non consentono uno scambio di informazioni ai fini fiscali in linea con gli standard OCSE. Per tale motivo la Repubblica di San Marino non è stata messa alla seconda fase della peer review.
Per quanto attiene la cooperazione internazionale in materia giudiziaria il Dipartimento del tesoro ha fatto presente che sono state apportate modifiche alla legge sulle rogatorie internazionali in materia penale ad opera della legge 23 luglio 2010, n. 128. Tuttavia due importanti indagini legate al riciclaggio condotte dalla procura di Roma e di Forlì, risultano ancora assoggettate alla pregressa normativa sanmarinese, che subordina la cooperazione a meccanismi processuali eccessivamente gravosi. Inoltre permane nella nuova normativa l’esclusione della presenza, nello svolgimento delle rogatorie, delle figure ausiliare del magistrato, riducendo l’efficacia pratica delle stesse.
Nei prossimi mesi la Repubblica di San Marino sarà valutata dal Fondo monetario internazionale per gli aspetti relativi al sistema finanziario e dalla Moneyval per la normativa di prevenzione del riciclaggio.

È, quindi, importante acquisire tali valutazioni internazionali. Tuttavia, al momento, si ritiene che i progressi che pure si sono registrati non siano tali da assicurare la trasparenza e la cooperazione necessaria a combattere la criminalità. Si ricorda, a tal proposito, che le frodi carosello e gli altri episodi di evasione fiscale non danneggiano solamente le finanze pubbliche, ma costituiscono forme di concorrenza sleale nei confronti delle imprese italiane. Inoltre, la fuga di capitali verso la Repubblica di San Marino non dipende solamente dalla più bassa tassazione degli interessi, ma, soprattutto, dalla discrezione sul titolare effettivo del denaro. Pertanto, la Repubblica di San Marino è sempre più rifugio per i capitali di origine illecita e, da ciò, deriva il timore che sia anche meta per la malavita organizzata, sia italiana che estera.
Per quanto riguarda, infine, le problematiche dei cittadini italiani che svolgono attività lavorativa nel territorio di San Marino, ma vivono stabilmente in Italia (circa 6 mila persone), esse sono oggetto, sin dal marzo 2002, di un negoziato con la controparte sanmarinese. Nel contesto, l’ambasciata d’Italia a San Marino, in stretto raccordo con i rappresentanti della collettività italiana, assicura protezione ed assistenza ai lavoratori frontalieri, anche attraverso opportuni contatti con le autorità sanmarinesi.

 10 marzo 2011